di Mary Lynn bracht, Longanesi
Figlie del mare di Mary Lynn Bracht
Recensione “Figlie del mare“di Mary LYnn Bracht, edito da Longanesi.
Hana e Emi, due sorelle coreane, divise dall’odio e dalla guerra.
Hana non conosce altro che l’occupazione giapponese, la sua vita sulla piccola isola di Jeju è scandita dall’antico rituale della pesca, lei è una haenyeo, una donna del mare. Dal 1910 è a tutti gli effetti una cittadina di second’ordine nella sua stessa patria, con diritti di second’ordine, ma lei è fiera di essere una coreana con radici antichissime.
Hana ha una sorella, Emi, e dei genitori che le riempiono il cuore di felicità. La sua famiglia vive sulla costa meridionale dell’isola, di fronte ad una piccola baia dove le donne ogni giorno si immergono per pescare. La vita non è facile, vivono con lo spettro dei giapponesi che razziano i loro villaggi e rapiscono i giovani per la leva obbligatoria e le ragazze per destinarle ai bordelli in Cina.
La paura aleggia tra gli abitanti della piccola comunità, inermi dinanzi all’arroganza dei soldati giapponesi, nessuno è in grado di garantire la protezione dei propri cari. Un giorno, si avvera il peggiore dei presagi, Hana nel tentativo di nascondere sua sorella viene rapita da un soldato giapponese, e da allora la sua vita cambierà per sempre, diventa una donna di conforto, una prostituta da campo per l’esercito imperiale.
Trasferita in un bordello nella lontana Manciuria inizia un lungo calvario di violenze, stupri e soprusi. Morimoto, il soldato che l’aveva portata via dalla sua casa, da tutto ciò che conosceva ed amava, la violenta ripetutamente in un gioco perverso di odio e amore. Ad Hana non resta altro che rifugiarsi tra i suoi ricordi, aggrapparsi alla felicità perduta, sogno e realtà si accavallano concedendole il tempo di allontanarsi da quella vita che non è la sua, lei che era destinata agli abissi più profondi, all’azzurro del mare.
Sono passati quasi settant’anni e Emi, sorella di Hana, non si è ancora arresa, cerca, con la sola forza della disperazione, sua sorella tra i tanti partecipanti alle manifestazioni del mercoledì, che si tengono a Seul davanti all’ambasciata giapponese, dal 1992. Ancora oggi il governo giapponese non ammette i crimini di guerra commessi contro migliaia di donne durante la seconda guerra mondiale.
Anche la vita di Emi non è stata semplice, i sensi di colpa l’hanno perseguitata per gran parte della sua vita, la vergogna che ha provato ha radici profonde, è diventata una parte di lei. Vergogna perché è sopravvissuta a due guerre, perché non ha mai chiesto giustizia e perché ha continuato a vivere senza aver mai davvero capito lo scopo della sua vita. Si sente a metà e non in pace con se stessa, le manca sua sorella, e anche se per un lungo periodo della sua vita ha negato la sua esistenza, ora è giunto il tempo della pace e del perdono. Anche lei ha sofferto per questa guerra, costretta ad un matrimonio combinato e senza amore, ha vissuto una vita infelice e con un atroce sospetto nei confronti del marito.
Durante una di queste manifestazioni, la millesima, viene inaugurata una statua intitolata “La statua della Pace”, posizionata di fronte all’ambasciata giapponese in segno di protesta. Emi riconosce, nei tratti delicati del viso della giovane donna, il volto di sua sorella Hana, l’espressione è di profonda comprensione, dolore e perdita, perdono e pazienza. L’espressione di un’attesa infinita ed esausta. Il destino ha concesso ad Emi una seconda occasione, rivedere finalmente sua sorella.
Hana e Emi, due storie parallele che narrano due aspetti diversi della guerra e dell’occupazione giapponese. Hana ha subìto sulla sua pelle il dolore fisico e i soprusi destinati alle giovani donne rapite e destinate ai bordelli. Una sofferenza inimmaginabile, ma terribilmente attuale, che si ripresenta ogni volta che c’è un conflitto in corso. Mentre Emi è stata manipolata e ha sofferto la solitudine del secondo dopoguerra, è l’unica sopravvissuta di una famiglia felice, solo la forza dei ricordi e l’amore per i suoi due figli le hanno permesso di andare avanti.
La negazione da parte del Giappone di questo crimine ha ancora di più posto l’attenzione su un dramma che ha toccato, si stima circa duecentomila donne. Molte di queste donne dopo la guerra hanno nascosto il loro dramma e non hanno potuto raccontare la loro storia per paura di ritorsioni e per il timore di essere additate come prostitute, sono state costrette a soffrire in silenzio.
Solo dal 1991, Kim Hak-sun decise di uscire allo scoperto e dare alla stampa un resoconto della sua vita, e dopo la sua prova di coraggio, molte altre seguirono il suo esempio.
L’autrice ha dedicato questo libro a tutte quelle donne del mondo che hanno sofferto e che ancora soffrono a causa della guerra. Una sintesi perfetta per descrivere questa storia, forte, incisiva, suggestiva e delicata allo stesso tempo. Hana, giovane e coraggiosa donna, non ha mai perso se stessa, ha sempre ritrovato la via per tornare a casa dai suoi cari. Nessuno è arrivato alla sua anima, il suo spirito si è nutrito dei ricordi, così vividi, che le hanno permesso di superare l’orrore e le terribili prove a cui è stata sottoposta durante la sua prigionia.
La lunga fila di uomini, le botte, gli esami medici, la fame, la fuga, si confondono con la luce soave dei sogni e con la dolcezza delle mani di chi l’ha aiutata a rialzarsi.
Un libro coraggioso, lirico, che mi ha commosso, ho sentito questa storia, ogni sua pulsazione come si sente il proprio cuore battere. Le emozioni in gioco sono molto intense, le parole non bastano per comprendere un dramma umano di questa portata, eppure questa bravissima autrice ha saputo romanzare due vite, quella di due sorelle legatissime fra loro, un vincolo che la Storia non è stata in grado di sciogliere, ma solo rafforzare. La ricerca storica ha dato corpo ad un libro importante da far leggere alle nuove generazioni, per non dimenticare l’orrore dei conflitti e di quello che ne consegue.
Mi complimento con la Longanesi per aver pubblicato questa storia unica e di spessore, e un grazie speciale all’autrice Mary Lynn Bracht.
Review in English
Scheda dell’editore
Mary Lynn Bracht affronta una delle peggiori vergogne della Seconda guerra mondiale, il genocidio delle “comfort women”: Figlie del mare racconta la storia delle donne rapite dall’esercito giapponese e costrette a lavorare nelle case di piacere riservate ai militari dell’Impero nipponico. Grande Storia e vicenda personale si intrecciano in questo romanzo d’esordio la cui protagonista, Hana, diventa il simbolo delle oltre 300.000 “comfort women” della Seconda guerra mondiale, esprimendone emozioni e paure e raccontando i risvolti sociopolitici giunti sino ai giorni nostri.
È il 1943 quando la vita di Hana, giovanissima pescatrice di perle coreana, viene sconvolta: nel tentativo di nascondere la sorella minore Emiko da un soldato giapponese, Hana viene catturata, deportata in Manciuria e costretta a lavorare in un bordello. Sessantotto anni dopo, Emiko è a Seoul per cercare la sorella e partecipare alle manifestazioni che, ogni mercoledì, chiedono giustizia per le “comfort women” di fronte all’ambasciata di Tokyo. La donna desidera scoprire la verità su quanto è accaduto nel 1943, un fatto che per anni l’ha costretta al senso di colpa.
La vicenda delle donne coreane costrette dall’esercito giapponese al destino delle “comfort women” è stata per molti anni uno dei più gravi motivi di attrito tra le due potenze asiatiche. L’esistenza delle “comfort women” è stata ammessa dal governo giapponese nel 1993 e solo nel 2015 è stato definito ufficialmente crimine di guerra, per cui lo stato ha chiesto scusa e ha istituito un fondo monetario per le sopravvissute.
L’autrice
MARY LYNN BRACHT vive a Londra, dove ha frequentato un master in scrittura creativa. È cresciuta in America, nella comunità sudcoreana, sviluppando un legame con il suo paese di origine che ha reso più saldo nel 2002, con la visita al villaggio d’infanzia di sua madre. Durante questo viaggio apprese per la prima volta delle “comfort women” catturate per i bordelli dell’esercito giapponese. Figlie del mare è il suo primo romanzo.
Figlie del mare
Mary Lynn Bracht
Editore: Longanesi
Collana: La Gaja scienza
Anno edizione: 2018
Pagine: 380 p., Rilegato
EAN: 9788830447653
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