La condanna dei viventi
Marco De Franchi, Longanesi

La condanna dei viventi
Marco De Franchi, Longanesi

La condanna dei viventi

di Marco De Franchi, edito da Longanesi

La condanna dei viventi di Marco De Franchi Longanesi letturedikatja.com

«Risolviamo enigmi. Analizziamo, scomponiamo e ricomponiamo le indagini che si svolgono sul campo. Cerchiamole falle. Individuiamo le parti fragili. Esaltiamo quelle più robuste. Ci confrontiamo con gli investigatori sul territorio per coordinarli tra di loro. Suggeriamo spunti. A volte, interveniamo di persona.»

Recensione

Qual è il modo corretto per raccontare le vicende che animano La condanna dei viventi?

Non esiste, semplicemente è impossibile parlare di un romanzo, o meglio due, che attanaglia lo stomaco e ti inchioda alle pagine, il lettore è animato da una frenesia incontrollabile con la brama di svelare il mistero che si cela dietro a quelle strane sparizioni.

Il romanzo di Marco De Franchi denota fin dalle prime battute una profonda conoscenza delle tecniche investigative, spiegate passo dopo passo con dovizia di particolari, senza inficiare per questo il piacere della scoperta, e della lettura in questo caso.

Come per un qualsiasi thriller che si rispetti non mancano di certo gli ingredienti principali che distinguono questo tipo di letture e che non sto qui ad elencare. Tanto si sa ogni lettore amante del genere li conosce a menadito.

Quello che distingue a mio avviso questo romanzo da tanti altri è la capacità di abbracciare più argomenti di vario tipo e natura e amalgamarli tanto bene al racconto da risultare interessanti fuori misura; infatti una volta terminato la lettura mi sono documentata, approfondendo temi del tutto nuovi per me, profana in materia come arte, metodi scientifici, tecniche investigative e ruolo di alcune unità speciali come lo SCO, il cui scopo ad esempio è coordinare gli investigatori sul territorio e dare il proprio supporto con uomini e mezzi.

Una continua scoperta, piacevole e da brividi, perché la storia in alcuni punti è terrificante. “Cosa c’è di peggio della violenza su un bambino?” Ho scoperto che c’è tanto altro, l’inimmaginabile, l’inaccettabile, eppure esiste.

La dottoressa Valentina Medici, inviata dallo SCO per coordinare e dirigere le indagini sulla sparizione di alcuni bambini, si ritrova a fare i conti con il male più profondo, frutto di una mente malata che naviga in un mare di creature terrificanti.

Le vicende si susseguono con una calma apparente, le indagini danno il proprio frutto, grazie anche all’aiuto di Fabio Costa, dirigente del commissariato di Volterra. Le sue intuizioni risulteranno decisive per la risoluzione del caso. Ma c’è qualcosa che resta in sospeso, tutti hanno fretta di lasciarsi alle spalle questa brutta storia, ma Valentina ha la percezione che le loro indagini abbiano scalfito solo una piccola porzione del mistero, qualcosa non torna, sono troppe le incongruenze e le domande senza risposta.

La sua coscienza le impedisce di seppellire questa storia senza prima aver dato tutta sé stessa ad un’indagine che si sta rivelando controproducente per la sua carriera, ma non le importa, ormai lo ha messo in conto, ci sono troppe vittime che reclamano giustizia, che reclamano una tomba. E allora è necessario iniziare daccapo, riprendere in mano le indagini e andare a ritroso nel tempo, perché questa vicenda ha radici profonde, nell’abisso più nero.

E qui si ha l’impressione che il romanzo si spezzi in due tronconi, il racconto ricomincia, tutto dall’inizio, ma con una visione diversa, da un’altra prospettiva, perché i misteri si infittiscono intorno ad un unico sospettato e sarà proprio lui a giostrare fino all’ultimo i fili di una vicenda intricata, un unico filo rosso che lega fatti accaduti in epoche diverse e in luoghi diversi, e sempre con un unico protagonista, inafferrabile, insospettabile.

L’epilogo renderà giustizia a tutti, in primis alle vittime e a chi si è prodigato per le indagini anche a costo della vita per fermare uno scempio, una scelleratezza, eppure possibile. E nonstante io abbia la consapevolezza che questa storia resti e resterà un racconto confinato tra le pagine di un libro, mi ha lasciato comunque addosso un leggero brivido lungo la spina dorsale.

Tutto è possibile a questo mondo, specie in una società come la nostra abituata ad aggirare le regole, sempre con la smania di provare e volere tutto ad ogni costo, rincorrendo emozioni forti per riempire spesso un vuoto esistenziale. E questo romanzo mi ha fatto riflettere, molto. Sui limiti che la natura umana non è in grado di rispettare, che una mente malata è supportata e si fa scudo attraverso la rete online, sprofondando nel Dark Web dove ogni aberrazione è accolta e trova seguaci.

Un mondo sommerso, nero come gli abissi dell’anima di chi li frequenta. Questo mi sconvolge ogni volta, ho letto diversi libri su questo argomento, sono allibita nel sapere che c’è gente che sfrutta questi mezzi per soddisfare pulsioni di ogni natura e che agli inquirenti resta ben poco spazio di manovra per impedire la diffusione di un certo tipo di criminalità.

Detto questo, il thriller di Marco De Franchi mi è piaciuto molto per come è stato costruito, architettato.

Una costruzione perfetta a mio avviso, che ha alimentato il mio desiderio di proseguire la lettura. La prosa è molto lineare, ricca di delucidazioni sui metodi investigativi e non solo, piacevoli a scoprirsi con l’avvicendarsi delle vicende.

I protagonisti, risultano tutti credibili, presentati tra luci e ombre. Un tocco questo che ho apprezzato molto. Infatti la storia personale dei protagonisti diventa così parte integrante del racconto, tenendo col fiato sospeso il lettore fino all’epilogo da cardiopalma, che chiuderà un cerchio e metterà finalmente la parola fine su tutto.

Coinvolgente, spaventoso, sconvolgente, e a suo modo anche emozionante, un libro che racchiude tutti quei elementi necessari per un buon thriller. Questa mia è solo una riflessione, il bello di questa lettura è anche questo, quindi lascio a voi il piacere della scoperta, augurandovi buona lettura, ma con un certo distacco, perché la vita è bella e c’è sempre tempo per ricominciare e perdonarsi.

Scheda dell’editore

Marco De Franchi, commissario capo di Polizia e lungamente operativo nello SCO, il servizio considerato l’FBI italiana, firma un romanzo dal grandissimo respiro internazionale: un racconto che ha impressionato gli editori stranieri non solo per l’accuratezza della dectection, ma ancheper la capacità nel raccontare l’ingaggio esistenziale ed emotivo di chi si trova a dover ronteggiare quotidianamente il male.

Il bambino ritrovato nella notte sta nascondendo qualcosa. Sostiene che è stato rapito ma è riuscito a scappare,correndo per le campagne toscane. Nessuno gli crede, o forse nessuno ha provato ad ascoltarlo davvero.

Valentina Medici, giovane e ambiziosa commissaria del Servizio Centrale Operativo della Polizia, sa che dentro il suo racconto si cela qualcosa di terribile. Soltanto quando un altro bambino scompare, Valentina inizia a intravedere uno spiraglio per portare avanti la sua indagine. I due ragazzini vivono lontano, non si conoscono, non hanno nulla in comune.Tranne l’aspetto: sono identici, potrebbero essere gemelli. Il secondo, però, non ricompare: sta a Valentina trovarlo,stanare chi ha ucciso suo padre e l’ha portato via da sua madre. Sta a lei salvargli la vita. Ma da sola non ce la può fare, ha bisogno di aiuto.

L’unico a credere in lei è Fabio Costa, un poliziotto reietto e dal passato oscuro, spedito al confino in un piccolo commissariato di provincia. Mentre il numero delle vittime aumenta, e gli enigmi si fanno sempre più indecifrabili, Valentina capisce che l’artefice di questi delitti risponde a un disegno superiore. La sua è un’ossessione morbosa, feroce, inarrestabile: trasformare le proprie follie visionarie in violente realtà. In delirantiopere d’arte.

Acquisito alla London Book Fair 2022

L’autore

La condanna dei viventi di Marco De Franchi Longanesi letturedikatja.com

MARCO DE FRANCHI (Roma, 1962) riconosce di avere un lato noir che alberga in lui da sempre. Fin da bambino sognava di fare loscrittore tanto quanto desiderava diventare investigatore. Ha infatti un passato da Commissario Capo di Polizia, periodo durante il quale ha lavorato con la SCO, il Servizio Centrale Operativo, l’ufficio investigativo italiano che più si avvicina all’FBI. Le sueconoscenze maturate sul campo in tema di (veri) gialli gli hanno permesso di scrivere La condanna dei viventi, il suo romanzo.

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