rinforzare il sistema immunitario
Vitamina D
Un valido aiuto per rinforzare il sistema immunitario
I° Parte
II° Parte
Vitamina D: essenziale per il sistema immunitario – Domande e risposte dr Paolo Giordo
Basta cliccare sul link >>
Spesso sentiamo parlare della vitamina D, ma perchè è così importante? E a cosa serve?
Prima di rispondere a queste domande ricordiamo che la vitamina D è fondamentale non solo per le ossa, ma anche per tutto il nostro organismo.
E’ risaputo che il grosso del lavoro di attivazione spetta al sole. La vitamina D viene sintetizzata sulla cute per mezzo della luce solare. Non basta scoprire solo viso e polsi, occorre esporre almeno il quaranta percento del corpo, cosa non facile nei periodi freddi, se pensiamo che in estate bastano venti minuti in maglietta e pantaloncini per ricaricarsi di vitamina D. In pochi minuti il nostro organismo, nella specie la nostra pelle, è in grado di sintetizzare dalle quindici alle ventimila UI al giorno.
Ma quando esporsi al sole?
I raggi solari sono più efficaci a mezzogiorno e nelle ore vicine, cioè quandio il sole è allo zenit e i suoi raggi sono più corti e sono più intensi quanto maggiore è la quota a cui ci si trova.
E’ stato appurato ormai da molti anni che la vitamina D è essenziale per l’assorbimento di calcio e fosforo, elementi necessari per la funzione e la formazione delle ossa.
Negli ultimi decenni si è dimostrato altresì che questa vitamina interagisce con duecento geni del nostro organismo, inoltre è bene ricordare che tutti i tessuti e tutti gli organi dispongono di recettori per questa vitamina.
In particolare la mammella, il cervello, il colon, il fegato, la tiroide, le paratiroidi, il timo, la prostata per l’uomo, l’utero per la donna, la retina e il più importante, il sistema immunitario.
I linfociti B e T fanno parte delle nostre difese e i macrofagi anche loro intervengono nel sistema immunitario e hanno la capacità di produrre in relazione a questa vitamina.
Da sottolineare tutte le ultime scoperte in relazione alla vitamina D, la più importante è sicuramente quella di poter intervenire sulla crescita tumorale come terapia integrata, ricordiamo che la terapia ufficiale per il cancro è fondamentale, è salvavita, e chi fa uso di terapia integrata non deve mai abbandonare la medicina ufficiale. Chi consiglia di prediligere la terapia integrata a quella della medicina ufficiale è un folle.
Possiamo accusare dei sintomi quando siamo carenti di vitamina D?
Sì, possiamo improvvisamente manifestare del dolore a livello della regione lombo-sacrale e della colonna vertebrale, dei dolori a livello della pelvi, delle anche, delle cosce, difficoltà nell’accovacciarsi oppure ad alzarsi da una seduta troppo bassa. Si è stimato che il 75% delle donne anziane, con un’età superiore ai settant’anni, hanno una concentrazione media di vitamina D al di sotto dei 10 nanogrammi su millimetro. Il livello normale va da trenta a cento nanogrammi per millimetro, si ha carenza di vitamina D quando i valori oscillano dai venti ai trenta ng/ml, mentre l’insufficienza è stabilita quando si va al di sotto dei venti ng/ml, in ultimo si rileva una grave insufficienza quando si è al di sotto dei dieci ng/ml.
Spesso le donne anziane si lamentano del fatto di non potersi più pettinare, il semplice gesto di alzare le braccia risulta faticoso, di primo acchito può sembrare una cosa molto sciocca, ma dobbiamo prestare molta attenzione a questo sintomo, un campanello d’allarme da non sottovalutare, perché questo è un sintomo importante sulla salute del paziente ed è indispensabile verificare se ci sia in atto una carenza o un’insufficienza di vitamina D attraverso esami specifici.
Quali sono gli esami specifici a cui sottoporsi?
Gli esami specifici sono:
– la vitamina D 25-OH -D3 – è un indicatore dell’apporto di vitamina D e verifica se si è in una condizione di normalità, di carenza o insufficienza.
– paratormone (PTH) – la sua concentrazione è inversa a quella della vitamina D.
– elettroliti nel sangue, nello specifico sodio, potassio, calcio e magnesio.
– osteocalcina – una proteina a 49 aminoacidi che risente della vitamina K , ma risulta necessaria per fissare il calcio a livello scheletrico delle ossa.
– fosfatasi alcalina – è un enzima presente in diversi tessuti del corpo, importante per il monitoraggio di malattie ossee o epato-biliari.
Qual è il dosaggio di vitamina D consigliato? Quando assumerla? È possibile farlo attraverso l’alimentazione? Se sì, quali cibi prediligere?
Partendo dal presupposto che i cibi, di origine animale o vegetale, contengono vitamina D, è importante ricordare che quando un paziente segue dei cammini nutrizionali, ad esempio i vegetariani, i vegani, oppure presentano gravi allergie alimentari al latte o sono intolleranti al lattosio, allora in quel caso è auspicabilòe che il paziente sia supportato dal proprio medico curante.
Il medico curante, attraverso dei semplici esami del sangue, è in grado di comprendere se si è in una fase di carenza o meno di vitamina D e scegliere la terapia ad hoc.
Gli alimenti ricchi di vitamina D sono: gli oli, le nocciole, i cereali integrali, i lieviti, l’aringa, il salmone, lo sgombro, il tonno, l’olio di pesce, le uova, i formaggi, il burro, il latte, i funghi.
Gli integratori di vitamina D vanno assunti preferibilmente la mattina, il momento della giornata in cui il nostro organismo risulta più recettivo.
Se la vitamina D è in forma oleosa è preferibile associarlo a carotenoidi o alla vitamina A o alla vitamina E, e va assunto a digiuno.
Se invece è sotto forma di capsule, compresse, gocce o goccia singola, la vitamina D va assunta dopo un pasto, quindi dopo ad esempio una colazione dove ci sia la presenza di grassi, latte o yogurt, che aiutano la vitamina a fissarsi all’interno della cellula. Al contrario, se assunta con frutta e verdura, la vitamina D non viene assimilata.
E’ importante distinguere l’assorbimento dall’assimilazione, in Italia quando si parla di vitamina D spesso si parla anche di assorbimento, ma è più corretto dire assimilazione, perché l’assorbimento è quel processo che avviene attraverso l’intestino, e per la vitamina D è fondamentale sapere quando il principio attivo della vitamina o dell’integratore viene assimilato e fissato all’interno delle nostre cellule.
La prima parte dell’articolo è solo un’introduzione, un piccolo vademecum sui benefici di questa importantissima vitamina, spesso sottovalutata dai nostri medici curanti. La seconda parte dell’articolo verterà su una interessante intervista fatta al dottor Paolo Giordo, fitoterapeuta, omeopata, neurologo e ricercatore, impegnato da anni nello studio della vitamina D.
Il suo libro intitolato Vitamina D – Regina del sistema immunitario, edito da Terra Nuova Edizioni, si sofferma sulle principali malattie associate alla carenza di vitamina D: dalle patologie autoimmuni alle malattie mentali, dal cancro alle malattie del sistema nervoso, dalle malattie cardiovascolari all’osteoporosi e ai problemi reumatici, dalle malattie infiammatorie intestinali croniche al diabete fino alla tiroidite autoimmune e alle malattie infettive.
P.S.
Se questo articolo è stato di vostro gradimento vi invito a ritornare sul mio Blog, presto ci sarà un articolo interamente dedicato al Prof. Stefano Scoglio esperto mondiale di microalghe e Direttore del Centro di Ricerche Nutriterapiche di Urbino.
Le sue ricerche si sono da sempre incentrate sullo studio delle sostanze presenti nei nutrimenti primordiali, in particolare nelle microalghe cianobatteriche, che hanno dimostrato un’elevata valenza in ambito terapeutico per numerose patologie.
Per queste scoperte il nostro ospite ha ottenuto il prestigioso riconoscimento della candidatura al premio Nobel per la Medicina nel 2018.