di Vita Iaia, AUGH! Edizioni
Rachele e il silenzio del ragno
di Vita Iaia, AUGH! Edizioni
Recensione
Ho conosciuto la scrittura di Vita Iaia attraverso il suo romanzo d’esordio “Nel profumo dei gigli” e ne serbo ancora oggi un bellissimo ricordo.
Mi colpì la sua prosa, molto ricercata, intima, a tratti artificiosa, estremamente curata. Una lettura non facile, ma di spessore, un ritratto senza veli di una protagonista indimenticabile.
Il suo narrare di oggi, come quello di ieri è uno “sguardo” tradotto in parole, attento, che abbraccia le emozioni e le percezioni, per trasformarsi in segni indelebili sulla pelle, in parole su carta.
Ho ritrovato in “Rachele e il silenzio del ragno” il tocco magico della sua penna, la sua poesia, ho rivissuto le stesse sensazioni scorrendo velocemente le pagine, ma con una netta differenza, la Vita Iaia come autrice è maturata, è cresciuta.
La sua scrittura si è alleggerita e ha abbandonato quella artificiosità che la contraddistingueva, ma che alla lunga poteva stancare. La sua prosa ora è fresca, in perfetta armonia con il racconto e coerente con la caratterizzazione dei personaggi.
“Rachele e il silenzio del ragno” è una storia d’altri tempi, gli ingredienti ci sono tutti per questo piccolo grande capolavoro della letteratura italiana contemporanea.
Siamo negli anni ’50, in un paese del Sud, Mercede è madre di tre figlie e un destino crudele l’ha resa vedova troppo giovane. Sopraffatta da una vita grama e con molte responsabilità sulle spalle, si concede ben poco al di fuori del duro lavoro nei campi.
Incapace di dare e ricevere quell’affetto che le è mancato per tutta la vita, rifugge le emozioni, solo suo marito era riuscito ad infrangere le sue paure e a donarle quell’amore incondizionato che la faceva sentire amata e protetta. Ora è sola e deve crescere le sue tre figlie, Michela, Isabella e Rachele, sotto l’occhio attento della piccola comunità.
Per garantire un piatto di minestra ai suoi cari, Mercede si dedica anime e corpo al lavoro nei campi e non si rende conto che le sue figlie hanno bisogno di lei. Necessitano di una figura di riferimento forte, una confidente con cui parlare, un’amica su cui fare affidamento. Ma Mercede è una madre silenziosa e distaccata e incapace ad assolvere ai suoi doveri di guida e di donna.
Difatti scopre troppo tardi che sua figlia Isabella frequenta un giovane del paese, la ragazza ben presto resta incinta e il passo è breve, un matrimonio riparatore celebrato in tutta fretta e lontano da occhi indiscreti, regolarizza la situazione della giovane coppia. Ma Mercede non riesce a perdonare Isabella e allontana per sempre la figlia dalla sua casa e dal suo affetto.
Il dolore sommato alla vergogna la rendono cieca e incapace di comprendere che le sue figlie ora più che mai hanno bisogno di lei, del suo affetto unico e irripetibile. Nulla sembra scalfire la sua corazza, cieca di fronte all’evidenza non si rende conto che anche le altre due figlie sono in pericolo, qualcuno e qualcosa le tormenta.
Vincenzo, un simpatico barbiere e amico di lunga data di suo marito, la sorregge durante il difficile compito della genitorialità e spronandola all’occorrenza ad aprire gli occhi e accettare la realtà dei fatti.
La piccola Rachele intanto, piccola e facilmente influenzabile, si ritaglia un mondo tutto suo. Da quando si è trasferita nel piccolo paese la Signora, una donna benestante e un po’ annoiata, la bambina non perde occasione per spiare il palazzo in cui vive la donna, sognando ad occhi aperti e vivendo di illusioni.
La Signora nota ben presto l’interesse della piccola nei suoi confronti e alimenta questo loro rapporto insidiando la piccola con dolci e caramelle. Un dolce segreto le unisce, la piccola lo custodisce gelosamente, mite e taciturna sogna una vita diversa, ammaliata e attratta dalla tela del ragno che una mano invisibile sta tessendo per lei.
Mercede si trova a questo punto ad un bivio, le sue figlie Michela e Rachele sono profondamente turbate e nonostante tutte le restrizioni e l’allontanamento forzato, nulla sembra giovare allo spirito delle ragazze. L’unica a comprendere il dramma di Michela è l’anziana guaritrice del paese e sarà proprio lei a intercedere con la madre a farle accettare il sogno d’amore della giovane ragazza.
Anche Isabella sta vivendo un momento difficile della sua vita, suo marito è espatriato e la distanza ha inciso pesantemente sul suo matrimonioe. Mercede trova finalmente il coraggio di mettere da parte il passato e riaccoglie nella sua casa e nel suo cuore la figlia Isabella.
Rachele testimonia con il suo sguardo accorto i mutamenti della vita familiare, si fa carico delle delusioni e dei sogni perduti di tutti. Eppure il suo cuore è lontano, è lì in quel palazzo, dove il suo segreto la sta conducendo lentamente e inesorabilmente…
Romanzo breve assolutamente perfetto. Si legge con il cuore e con la pancia. Le emozioni si toccano con mano, sospese tra le righe pronte per essere raccolte. Una bellissima sensazione! Ve lo posso garantire.
Mi è piaciuto tutto. La trama, la prosa, i protagonisti e l’ambientazione agreste, un connubio perfetto e ben amalgamato. Menzione a parte va ai protagonisti minori, il loro apporto è stato decisivo, colonna portante di questo romanzo breve che si legge con piacere. Fluido e corposo, le parole scorrono veloci, dense di significato e interrogativi.
La lettura di “Rachele e il silenzio del ragno” non lascia indifferenti, coraggioso e carico di simbolismi è un confronto autentico con temi senza tempo, quelli che lasciano un retrogusto amaro, come la vita quando è povera e senza sogni.
Scheda dell’editore
Anni Cinquanta. Rachele è una bambina che vive in un paese del Sud e lavora nei campi. Intorno a lei le sorelle, Michela e Isabella, e il loro difficile rapporto con l’amore, “parola difficile da masticare, dalla grafia sconosciuta”. La prima sceglierà un marito da una foto in bianco e nero, l’altra si ritroverà a fronteggiare il difficile compito della genitorialità e il dramma dell’emigrazione. Poi Mercede, madre silenziosa e distaccata, capace di mascherare i pensieri così come i sentimenti, e Vincenzo, simpatico barbiere e musicista, con un segreto appuntato sul cuore. Rachele, mite e taciturna, si aggira in questo universo lento, scandito dal bollire dei cibi sul fuoco e dal caldo alito della terra, fino a quando non giungerà nella sua vita una novità: la Signora. Sarà questo il punto di rottura, la variabile esistenziale che capovolgerà gli equilibri di una vita semplice e senza sogni.
L’autrice
Vita Iaia è nata nel 1985 e vive a San Vito dei Normanni. Si è laureata in Lettere Moderne, specializzandosi in linguistica italiana, all’Università del Salento. Gestisce un blog, “Le parole d’organza”. Dal 2015 scrive per un mensile cittadino, “Il Punto”, che si occupa di cronaca, cultura e politica. Ha pubblicato il romanzo Nel profumo dei gigli (Lupo Editore, 2015).