di Rita Scarpelli, Cicorivolta Edizioni
Controluce
di Rita Scarpelli, Cicorivolta Edizioni
Recensione
L’autrice Rita Scarpelli, con il suo ultimo romanzo intitolato “Controluce”, affronta un tema delicatissimo e nel contempo drammaticamente attuale: la violenza sulle donne.
Si parla così tanto della violenza sulle donne, si cerca di sensibilizzare in ogni modo l’opinione pubblica sfruttando tutti canali di informazione a disposizione, riportando spesso le testimonianze di tantissime donne che hanno subito, spesso in ambito familiare, violenze fisiche e morali. Ormai si rende necessario, oggi più che mai, un’inversione di tendenza. E Rita Scarpelli ha deciso di contribuire alla sua maniera rivolgendosi direttamente ai lettori raccontando la storia di un amore malato, minato alle basi da profonde zone d’ombra.
Un romanzo potente, e a mio avviso molto coraggioso. Perché non è facile né scontato parlare di un argomento così scottante, le variabili in gioco sono tante e non tutti sono disposti a confrontarsi con queste tematiche, molto rischioso anche dal punto di vista editoriale e non solo. La lettura è spesso un momento di svago e alcuni lettori preferiscono concentrarsi su altri temi pur sapendo che la conoscenza resta l’arma più importante, se non l’unica per combattere ogni tipo di sopruso, perché solo tramite la cultura e la conoscenza potremo un giorno ambire ad una società che possa definirsi giusta ed equa, senza alcuna disparità di genere. Rispettosa delle donne.
Quella contro le donne è una vera e propria guerra, un bollettino con cui fare i conti ogni giorno. Amanti, mariti, padri, fidanzati, si sentono in diritto di calpestare e uccidere per Amore. Questa consapevolezza ha spinto l’autrice ad inoltrarsi tra queste righe in punta di piedi, con circospezione e professionalità. Il risultato: la stesura di pagine toccanti e intensissime.
Paolo e Chiara, sul loro amore aleggia un’ombra oscura, il delirio della rabbia e della violenza non tarderà a mostrarsi. Interessante la prospettiva di Rita Scarpelli che ci pone di fronte a due versioni, quello della vittima da una parte e quello del carnefice dall’altra, e al centro nella zona franca, una potente storia d’amore.
Il libro pone l’accento non solo su quello che c’è dentro la violenza, sui suoi meccanismi, su quel senso malato di possesso, sul desiderio mascherato da passione, ma anche su quello che traspare della violenza che non è solo semplicemente lo schiaffo, ma è il connubio tra una vita disordinata e un profondo disagio sociale.
Uno dei protagonisti, pur essendo uno stimato professionista, un primario che ogni giorno salva vite umane, non riesce a contenere la sua rabbia e i suoi scoppi d’ira. Chiara, giovane tirocinante, si innamora perdutamente del famoso luminare in cardiologia, suo mentore e maestro di vita. Tra i due ben presto scoppia l’amore, passionale, incontenibile. Paolo non ha un carattere facile, Chiara ne è consapevole fin dall’inizio, i suoi sbalzi d’umore inizialmente la intimoriscono, ma con il passare del tempo il sospetto cresce fino a diventare certezza quando lui picchierà duro sulla sua anima, rompendola dentro.
Nessun ceto sociale è immune a questa terribile violenza, questo è sicuramente un punto su cui ho riflettuto a lungo. A nulla sono serviti anni di studio e una professione rispettabile per arginare la rabbia e il bisogno impellente di ferire chi si ama. E anche vero che dietro ogni violenza si cela un male di vivere, dolori ancestrali, ferite così profonde da rinnegare l’evidenza dei fatti.
Le strade di Paolo e Chiara si divideranno inevitabilmente. Il dolore della separazione e la consapevolezza della malattia costringeranno Paolo a lavorare duramente su sé stesso per guarire e per essere un padre migliore per i suoi figli.
La consapevolezza è un passo importante, l’autrice lo sottolinea continuamente, Paolo racconta della “fatica” di imparare a vivere e amare, del percorso intrapreso tanti anni prima quando perse Chiara: l’amore della sua vita.
Paolo aveva provato ad amarla, nonostante non fosse capace neppure di amare sé stesso. Affrontare i propri demoni è il primo passo per contenere il male che brucia dentro, e Paolo negli anni ritrova la strada e la forza per ricostruire l’uomo che voleva essere.
“ …le aveva fatto scoprire il lato meraviglioso ma anche miserabile dell’amore, elevandola prima tra i cieli della felicità e poi negli inferi della delusione…”
Nonostante Paolo sia il carnefice, e questo è indubbio, è anche la vittima, succube del suo lato più bieco, oscuro. Una parte con cui dovrà convivere per tutta la vita, arginare e tenere a bada. Un personaggio scomodo e nel contempo “trasversale”, comprendo le difficoltà e soprattutto i dubbi di Chiara, il destino li ha nuovamente messi uno di fronte all’altro, i ricordi sono tornati a galla prepotentemente, come i bei momenti vissuti insieme, come farà Chiara a destreggiarsi tra cuore e mente? Nonostante siano trascorsi molti anni il suo amore per Paolo è rimasto immutato, guardinga non si fida dei suoi sentimenti riconoscendo suo malgrado un netto cambiamento e una nuova consapevolezza in Paolo, costruita su anni di terapia e lavoro su sé stesso.
Anni prima era fuggita lontano da lui, e ora la storia si ripete, lavorare fianco a fianco non l’aiuterà di certo, la passione per il lavoro e la stima reciproca e la sintonia ritrovata riusciranno a far breccia nel cuore di Chiara? Riuscirà a perdonare?
“Il tempo dell’amore non dura all’infinito, quello per il perdono può sempre arrivare finchè si è vivi.”
Controluce si è rivelato un buon libro, interessante e ben scritto. La prosa invitante accoglie il lettore a scoprire pagina dopo pagina una storia d’amore potente, vera, graffiante, ma mai triste. Ricca di spunti di riflessione e passaggi intensi su cui soffermarsi.
Apprezzato, consiglio vivamente di leggere Controluce di Rita Scarpelli, non ve ne pentirete! Da aggiungere alla vostra lista dei desideri.
Scheda dell’editore
Per alcuni il destino sembra scritto nel corredo genetico, come per Chiara, nata con la vocazione della Medicina, che la porterà a esercitare la professione in una clinica di provincia, la Clinica San Marco, dove la professionalità e l’abnegazione del personale sanitario consentono lo svolgimento di un ruolo decisivo in un territorio difficile.
In quel luogo difficile Chiara impara a “essere veramente un medico”, scoprendo dolorosamente quanto sia difficile tale lavoro con pochi soldi a disposizione e tanti bisogni da soddisfare. Ciò accade anche grazie a Paolo Morelli, primario tanto geniale quanto tenebroso, che decide di plasmarne la carriera; tra i due nasce una storia ambigua e sofferta: il carattere nevrotico di Paolo, i suoi scatti di ira, e soprattutto i suoi retroscena di violenza familiare spingeranno Chiara alla fuga in un’altra città, alla ricerca di un’altra vita.
Dopo molti anni la donna, divenuta un’eccellenza nel campo della cardiologia, si percepisce come “arrivata”: è una persona serena con relazioni affettive ben strutturate, un’amicizia profonda la lega a Silvia e soprattutto lavora presso una Clinica lombarda di alta specializzazione. Ma un bambino, Nico, divenuto per caso suo paziente, la costringe a fare i conti con le scelte fatte in quell’ospedale di provincia e con la sua competenza professionale, mentre l’amica Silvia, artefice inconsapevole di tale bilancio, combatte per rivendicare il diritto a una maternità non biologica, ma altrettanto viscerale.
Entrambe si trovano dinnanzi alla scelta se assecondare il destino, con tutte le sue implicazioni e i suoi rischi, o continuare a costruirlo con le proprie mani ed esattamente come l’avevano programmato. Un viaggio “della speranza all’inverso” porterà Nico fino a Napoli per un intervento chirurgico, decisivo per il suo futuro. E sarà proprio Napoli, città complessa ed ermetica, che renderà finalmente manifesto come la verità può essere tanto indecifrabile quanto cristallina.
Forse è davvero così: la medicina, facendoci salvare gli altri, ha salvato noi stessi!
L’autrice
Laureatasi in Economia e Commercio, lavora da più di venti anni nella Pubblica Amministrazione coltivando sempre un appassionato interesse per la lettura e per la scrittura. Avvicinatasi alla psicologia per motivi lavorativi, matura negli anni una grande passione per essa e nel 2014 diventa counsellor, con l’intento di riuscire a esplorare l’animo umano con maggiore contezza, al fine di poterlo narrare nei suoi scritti amatoriali.
Dal gennaio 2016 si dedica alla stesura di un racconto breve sulle relazioni umane al femminile nel mondo dei social: la narrazione diventa più intensa e dà luogo a un romanzo dal titolo “È PASSATO”, nel novembre 2017 il romanzo viene pubblicato. Le tematiche narrate fanno nascere importanti sinergie con alcune significative Associazioni di tipo sociale quali “Telefono Amico Napoli”, Associazione “Donne Insieme”e Little Dresses for Africa.
Controluce è il suo secondo romanzo, pubblicato nel dicembre 2020.
[/spb_text_block]