Diario ed esilio di un cardiochirurgo
Dal profondo del cuore
Diario ed esilio di un cardiochirurgo, di Ciro Campanella. Edito da Di Renzo Editore
Il sottotitolo di questo libro recita “Diario ed esilio di un cardiochirurgo”, una sintesi perfetta per descrivere la vita, ma soprattutto la carriera del professor Ciro Campanella.
Ma andiamo con ordine, il professor Campanella è un cardiochirurgo di fama internazionale. Allievo di Christiaan Barnard, l’autore del primo trapianto di cuore per intenderci.
Primo e unico italiano a rivestire l’incarico di primario dell’unità cardiochirurgica della Royal Infirmiry di Edimburgo. Calabrese, di umili origini, si laurea a Roma, intraprendente e con tanta voglia di fare si candida per un apprendistato all’estero, purtroppo si rivelerà un buco nell’acqua, una strada che gli sarà preclusa almeno per il momento.
Vince un concorso e si traferisce a Ferrara dove inizia la sua prima esperienza lavorativa sul campo, ma scoprirà essere poco stimolante e troppo piccola per le sue aspirazioni.
Da qui la decisione di candidarsi per un periodo di apprendistato al fianco del grande Barnard, l’esperienza a Città del Capo sarà la più dura e la più importante della sua carriera. Il conseguente trasferimento ad Edimburgo, le innovazioni apportate in campo cardiochirurgico, l’esperienza trentennale all’estero e il suo ritorno in patria sono tutti tasselli che hanno reso Ciro Campanella un chirurgo di fama internazionale; ma è anche l’uomo che oggi, qui con questo libro si racconta a cuore aperto, svelando la bellezza, la fatica e gli ostacoli che un cardiochirurgo deve affrontare tutti i giorni per tener fede al suo giuramento di Ippocrate.
Oltre ad essere un cardiochirurgo impegnato in sala operatoria, il professor Campanella è stato ed è tutt’ora un validissimo docente universitario, “maestro” di tanti giovani chirurghi che si apprestano a seguire le sue stesse orme. La formazione dei giovani chirurghi è, a suo avviso, alla base di ogni buon reparto che si rispetti.
Infatti il lungo periodo trascorso all’estero gli ha permesso di osservare come le facoltà di medicina hanno come principale obiettivo quello di garantire una seria formazione scientifica, oltre che facilitare la scoperta, da parte di ognuno, delle proprie qualità personali. Lo studente viene preso per mano lungo la strada dell’apprendimento per farne un medico serio e dedicato.
Inoltre viene dato a tutti di eccellere, senza tener conto di quei parametri non necessariamente importanti per un futuro medico, che in Italia invece hanno gran peso. Questo lo ha spinto a fare di tutto per ottenere una formazione all’altezza degli standard stranieri.
L’Italia dal punto di vista pratico non gli ha dato alcuno spazio per imparare in modo sistematico e costruttivo. In patria doveva per forza di cose adeguarsi al sistema, perché il suo terrore maggiore era non avere una solida base di pratica chirurgica.
La testimonianza sincera, senza veli di Campanella rende bene l’idea delle inimicizie tra medici, dei rancori e degli odi così profondi da mettere a repentaglio talvolta la salute del paziente e creare nel tempo danni all’intero sistema. Un tasto dolente per Ciro Campanella, obbligato a scontrarsi con l’ipocrisia di una certa classe di medici impegnati solo ad ottenere benefici personali e costruire sistemi di potere, tutto naturalmente a discapito di pazienti e reparti.
Non si può fare medicina in questo modo. Non è etico. Non è umano.
Nonostante sia sempre stato costretto a guardarsi le spalle e difendere a spada tratta il suo operato dentro e fuori la sala operatoria, la sua esperienza si arricchisce con gli anni, soprattutto a Edimburgo dove gli vengono messi a disposizione mezzi e personale qualificato per operare in tutta tranquillità e donare alla scienza importanti innovazioni cardiochirurgiche, ricordiamo la sua ricerca internazionale sull’uso delle staminali e nella chirurgia cardiaca mini-invasiva. Specializzato in operazioni a cuore battente e senza circolazione extra corporea, tecniche che agevolano la ripresa del paziente con convalescenze meno faticose.
Ciro Campanella ha dato molto a questa disciplina (la cardiochirurgia), la sua dedizione lo ha spinto a cercare l’impossibile, a non aver paura nel tentare nuove vie, pensando sempre fuori dalla scatola – out of the box (come amava ripetere Barnard), perché quando si è sicuri della propria competenza e capacità, non si deve aver paura di affrontare la patologia.
Difatti le tre tecniche di intervento al cuore da lui concepite sono nate grazie a questa sua spregiudicatezza creativa. Senza mai dimenticare, comunque, il paziente, perché da clinici bisogna in tutti casi essere “forti” per non essere schiacciati dalle sofferenze altrui, il che non significa insensibili, bensì più sensibili con le persone di cui ci si sta prendendo cura.
La sua vittoria più grande è la consapevolezza di essere riuscito a farcela in un mondo spietato, pieno di insidie e solo grazie alle sue qualità, non dimenticando coloro che hanno avuto fiducia in lui e gli hanno dato la possibilità di provarci. La sua fortuna è stata anche trovare sulla sua strada dei veri maestri non solo professionalmente, ma anche di vita, che hanno visto in lui qualcuno a cui affidare le loro conoscenze, perché sicuri che le avrebbe imparate e migliorate per il bene del paziente. Una testimonianza vivente, tangibile della meritocrazia conquistata sul campo.
Un libro energico, pieno di vita, scritto per rendere fruibile a tutti una disciplina, un mondo a sé stante, la cardiochirurgia.
Con un linguaggio semplicissimo, a tratti divertente, Campanella “costruisce” con la sua penna, parola dopo parola, una lettura molto invitante ed estremamente interessante.
Ciro Campanella racconta di sè e sceglie di farlo attraverso i suoi ricordi privati e professionali, una babele di emozioni, di vittorie, di sconfitte che lo hanno reso un medico molto amato dai suoi pazienti e ammirato da tutta la comunità scientifica medico-chirurgica.
La strada è stata tutta in salita per questo medico italiano che ha saputo portare in alto la nostra bandiera, apripista per tanti giovani medici che decidono di andare via dalla propria patria per cogliere nuove opportunità di crescita, e anche se l’Italia non ha saputo rendere il giusto merito a questo “grande” uomo di scienza, troppo occupata a rincorrere giochi di potere e privilegi, resta la vicinanza dei suoi pazienti, testimoni silenziosi della sua opera e del suo immenso amore per questa professione.
Scheda dell’editore
“La sicurezza non deriva dal posto, ma da qualcosa che nasce in se stessi: dalla consapevolezza di conoscere il proprio lavoro. Questa consapevolezza del conoscere e conoscersi crea una libertà pratica ed emotiva, che ti permette di muoverti nel mondo – attraverso diversi paesi – semplicemente facendo quello che sai fare. Insomma, tutto il contrario del posto sicuro, che ti rende invece prigioniero e ti lega nelle tue aspirazioni di andare altrove”.
Ciro Campanella è un cardiochirurgo di fama internazionale. Allievo di Christiaan Barnard, ha diretto per quasi trent’anni l’unità cardiochirurgica della Royal Infirmary di Edimburgo e ha operato, formando generazioni di nuovi chirurghi, in tutto il mondo. A lui si deve l’attuazione di alcune nuove tecniche in chirurgia cardiaca mini-invasiva, oggi ampiamente diffuse. Poi un giorno ha deciso di tornare in Italia. E se ne è pentito.
Un libro che con la sua franchezza arriva al cuore del problema: non si può fare il medico pensando ad altro che non sia il paziente; la politica e la medicina sono mondi avversi, con finalità opposte; la burocrazia uccide l’etica. Luci e ombre di una difficile missione: salvare vite.
1 Commento
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I have not read the book but I know Dr. Campanelen closely for his professional skills as we have worked together in the GVM clinic Tirane I wish him a long and healthy life with his family.