di Rosa Ventrella, Libri Mondadori
Benedetto sia il padre
di Rosa Ventrella, edito da Libri Mondadori
Il romanzo più intimo e personale di una scrittrice che con gli ultimi due libri è stata tradotta ormai in 21 lingue.
Recensione
Rosa Ventrella con Benedetto sia il padre, edito da Libri Mondadori, si è concessa il privilegio di scrivere una storia forte, a tratti cruda e dal mio punto di vista personale anche molto coraggiosa. Il tema dominante è la violenza che si annida in ambito familiare, spesso racchiusa e taciuta tra le mura domestiche. Tema purtroppo molto attuale e di cui ancora oggi si parla troppo poco.
La protagonista Rosa Abbinate ci trascina letteralmente nella sua famiglia da cui è scappata tanto tempo prima per sfuggire non solo ad un padre padrone, violento e irascibile, ma anche all’omertà che ne consegue. Ora che sua madre è malata Rosa sta tornando a casa, e il viaggio si trasforma in un’occasione per narrarci della sua famiglia, delle violenze verbali e psicologiche a cui è stata sottoposta da parte del padre, sopranominato nel quartiere Faccia d’angelo per la sua avvenenza fisica. Ma in realtà un uomo rude, violento, scansafatiche che ha passato l’intera esistenza a schivare il lavoro e le responsabilità.
Il ricordo che Rosa serba di suo padre è un’immagine vivida, che spicca tra le pieghe del romanzo, incarnando in questa figura tutti i sentimenti contrastanti di una donna vissuta all’ombra di un uomo violento. Ogni sua scelta è stata condizionata dal suo vissuto, dalle esperienze accumulate durante un’infanzia in un quartiere già di per sé problematico, almeno per l’epoca, mi riferisco al quartiere San Nicola di Bari. Le condizioni di estrema povertà in cui versava la sua famiglia, misto al dolore della madre, a ogni lacrima e umiliazione subita, hanno lasciato tracce indelebili nell’anima di Rosa che fin da bambina ha coltivato un odio viscerale per le sue origini, animata solo da un unico sogno, andare via e costruirsi una vita lontano da quelle brutture che la vita le aveva riservato.
Il romanzo si suddivide in tre tronconi: Limbo, anni ’70, vediamo una Rosa bambina, il suo sguardo è un punto di vista sulla realtà che la circonda, una visione d’insieme crudo, la sua sofferenza è palpabile. Fuori dal Limbo, siamo negli anni ’80 – ’90, Rosa è una giovane donna invaghita e innamorata del suo fidanzato Marco con un sogno d’amore nel cassetto. Ruggine, anni 2000 giorni nostri, Rosa è immersa nel presente e nelle sue contraddizioni, si fa largo la necessità di una presa di coscienza su quello che è stato per ricominciare in una luce nuova un rapporto familiare tutto da ricostruire.
Come già accennato all’inizio, il romanzo si presenta nell’insieme come un’opera molto coraggiosa, perché nonostante Rosa Ventrella sia un’autrice abituata a sondare in profondità i sentimenti dell’anima, qui con Benedetto sia il padre il discorso affonda nelle radici del privato di un nucleo familiare e delle conseguenze che ogni gesto porta con sé. La protagonista Rosa incarna alla perfezione le ferite delle violenze perpetrate negli anni a lei e a sua madre, un’infanzia segnata per sempre dal dolore e dai silenzi, tanto da spingerla in età adulta a rifugiarsi tra le braccia di un uomo sbagliato e a contrarre un matrimonio spesso offuscato da zone d’ombra.
Tema centrale del romanzo la violenza domestica e il reiterarsi delle esperienze già vissute. Rosa incorre negli stessi errori della madre, nonostante lei stessa abbia vissuto sulla sua pelle i maltrattamenti del padre, cade nello stesso giro vizioso e ora che è madre e moglie rivive gli stessi soprusi, le stesse prepotenze. Da bambina non era in grado di reagire alla violenza del padre, inerme sognava soltanto una vita diversa e per uno strano gioco del destino Rosa trova dentro di sé la forza di dire basta e di porre fine alla sua infelicità.
Un viaggio nei meandri di ricordi dolorosi, un percorso di crescita diviso in tappe per sottolinearne con forza come gli eventi del passato influiscono su tutte le nostre scelte future. Rosa ne è una chiara dimostrazione, il suo è un percorso doloroso e accettare quello che è stato è un passo importante per ricominciare sotto una luce nuova, all’insegna della riconciliazione e del perdono.
Lettura che richiede attenzione e cura, le emozioni in gioco sono tante e ben descritte. L’autrice Rosa Ventrella ha speso molte parole per definire le sfumature di emozioni contrastanti. Non è facile parlare di certi argomenti e affrontarli dal punto di vista della vittima lo è ancora di più, il mio plauso va all’autrice per aver saputo mettere nero su bianco il cuore della protagonista e aver reso fruibile e meno gravoso al lettore la sua storia personale contrassegnata da passaggi dolorosi.
La prosa curata e lineare insieme a qualche intercalare dialettale hanno reso questo romanzo appetibile per vasto pubblico di lettori. Nell’insieme un libro che induce alla riflessione su tante realtà a noi vicine. Conosco questa autrice da tempo e riscoprirla sotto questa veste mi ha commosso come moglie e come madre, e per questo la ringrazio a nome di tutte le donne.
Scheda dell’editore
Quanto di quel che abbiamo vissuto da bambini ci rimane attaccato alla pelle? Ci si può salvare dal male che abbiamo respirato crescendo?
Rosa è nata nel quartiere San Nicola, il più antico e malfamato di Bari, un affollarsi di case bianche solcate da vichi stretti che corrono verso il mare, un posto dove la violenza “ti veniva cucita addosso non appena venivi al mondo”.
E a insegnarla a lei e ai suoi fratelli è stato il padre, soprannominato da tutti Faccia d’angelo per la finezza dei lineamenti, il portamento elegante e i denti bianchissimi; tanto quanto nera – “gniera gniera come un pozzo profondo” – aveva l’anima. Faccia d’angelo ha riversato sui figli e soprattutto sulla moglie – una donna orgogliosa ma fragilissima, consumata dall’amore e dal desiderio che la tenevano legata a lui – la sua furia cieca, l’altalena dei suoi umori, tutte le sue menzogne e tradimenti.
Ma Rosa è convinta di essersi salvata: ha incontrato Marco, ha creduto di riconoscere in lui un profugo come lei, è fuggita a Roma con lui, ha persino storpiato il proprio nome. Oggi, però, mentre il suo matrimonio sta naufragando, riceve la telefonata più difficile, quella davanti alla quale non può più sottrarsi alla memoria. Ed è costretta ad affrontare il viaggio a ritroso, verso la sua terra e la sua adolescenza, alla ricerca delle radici dell’odio per il padre ma anche di quelle del desiderio, scoperto attraverso l’amicizia proibita con una prostituta e l’attrazione segreta per un uomo più grande. E, ancora, alla ricerca del coraggio per liberarsi finalmente da un’eredità oscura e difficilissima da estirpare.
Rosa Ventrella ha scritto un romanzo coraggioso, animato dalla volontà di smascherare la violenza che affonda le sue radici, dure e nodose come quelle degli olivi, nella storia di tante famiglie. Ma, con la sua lingua capace di dolcezza e ferocia, ha saputo mettere in scena a ogni pagina l’istinto vitale, la capacità di perdonare e rinascere.
L’autrice
Rosa Ventrella è nata a Bari ma vive da più di vent’anni a Cremona con marito e figli. Laureata in Storia contemporanea e specializzata in Storia delle donne, insegna Lettere, cura laboratori di scrittura creativa per ragazzi e adulti e collabora con “Tuttolibri”, il supplemento culturale della “Stampa”.
Dal suo romanzo Storia di una famiglia perbene (2018) la 11 Marzo Film ha tratto una serie tv che andrà presto in onda sulle reti Mediaset. Con Mondadori ha pubblicato nel 2019 La malalegna, a sua volta opzionato per una serie tv. I suoi romanzi sono tradotti in oltre 20 lingue e 30 paesi.