di Matteo Righetto, Mondadori
La terra promessa
di Matteo Righetto, edito da Mondadori
Recensione.
La terra promessa fa parte della “Trilogia della patria” di Matteo Righetto. Premetto di non aver letto i primi due volumi della suddetta trilogia, L’anima della frontiera (2017) e L’ultima patria (2018), ma attratta dalla scrittura di Righetto mi sono fidata del mio istinto e mi sono completamente immersa nelle peripezie della famiglia Boer, in particolar modo di Jole e Sergio
Il primo impatto con questo romanzo è stato positivo, la lettura è partita spedita, sicura. La prosa leggera ed a tratti essenziale porta il lettore a confrontarsi in prima persona con la drammaticità degli avvenimenti. Questo libro dedica pagine toccanti al lungo viaggio di Jole e Sergio verso la terra promessa, il Messico.
Un viaggio che non risparmia nè sofferenze nè dolore, in condizioni disumane, ammassati come animali, trattati come gli ultimi degli ultimi, privati di ogni diritto e nel cuore solo la speranza di un futuro migliore.
Quello che spinge tutti i migranti a lasciare la propria terra è una sorta di rivincita sulla vita, sulle fatiche mal riposte, un desiderio che si fa sempre più forte di fronte alle avversità.
Questo libro ci ricorda che noi siamo stati un popolo di migranti, che queste sofferenze non sono frutto della fantasia, ma fatti realmente accaduti ai nostri conterranei, i primi che hanno avuto il coraggio di abbandonare tutto per costruire un futuro migliore in terra straniera, con il sudore della fronte e un pizzico di fortuna.
Oggi è bene ricordare questi avvenimenti, è bene addentrarsi in questa condizione, per ricordare che siamo stati un popolo che ha sofferto, ha affrontato tanti sacrifici per garantire ai propri figli solide fondamenta, basi su cui costruire una nuova pagina di storia, e questo grazie a chi ci ha preceduto e lottato per noi.
Il libro racconta le vicissitudini di Jole e Sergio, fratello e sorella, sono in viaggio verso la terra promessa. Si lasciano alle spalle i genitori, morti tragicamente, un’esperienza traumatica, una terra sterile, ricordi, affetti, le montagne. Memoria e dolore si fondono in un tutt’uno, eppure ora sono in viaggio per ricominciare daccapo una vita degna di questo nome.
Il viaggio è lungo, faticoso e molto doloroso sia dal punto di vista fisico che morale. I ricordi emergono prepotentemente, infrangono le barriere della memoria, si accavallano in un continuo divenire. Il dolore del distacco si fa sempre più pesante, eppure Jole, eroina e perno su cui tutto ruota, lotta per raggiungere il suo sogno.
Jole non è sola, moltissimi italiani sono in viaggio nelle sue stesse condizioni, se non peggio, eppure lei si ritiene fortunata, sulla sua strada ha conosciuto un’altra famiglia, li accomuna lo stesso sogno e decidono di farsi forza a vicenda sostenendosi nel momento del bisogno.
L’umanità profonda che traspare da queste pagine ci dà un’idea chiara della sofferenza e dello stato d’animo dei primi migranti dell’Ottocento, spesso in balia degli eventi, considerati solo semplici numeri dalle navi su cui viaggiavano e poveri disperati dai Paesi che li accoglievano.
Questo non vuol dire che sono mancati gesti di carità e accoglienza, soprattutto tra i migranti, trovarsi a vivere un’esperienza così dura ha permesso a molti di comprendere il vero significato della solidarietà, una mano tesa nel momento del bisogno vale più di mille parole.
La famiglia che ha accolto i due fratelli sotto la propria ala si è rivelata un sostegno importante, la loro accoglienza è un dono dal cielo. Il Messico è a portata di mano, ma bisogna percorrere l’ultimo tratto di strada, altre prove attendono i migranti sbarcati su questa terra arida e selvaggia, prove difficili, inenarrabili e tanto attuali ancora oggi. Una finestra spalancata su quello che sta accadendo a pochi chilometri dalle nostre coste italiane. La storia continua a ripetersi, uomini contro uomini, diffidenza verso chi arriva e odio per chi è diverso.
L’epilogo ci riempie il cuore, e anche se la nostalgia è forte, quello che conta sono le persone che si hanno accanto, rappresentano il nostro presente e per Jole anche e soprattutto il futuro in una terra che li ha accolti nel momento peggiore della loro vita. Il libro di Matteo Righetto è il racconto della migrazione dell’Ottocento che diventa il racconto di tutte le migrazioni. E che quindi ci può aiutare a capire meglio come comportarsi di fronte alle migrazioni di oggi.
Un libro emozionante per il forte messaggio insito tra le sue pagine, preservare la memoria è il compito di tutti noi, solo il passato potrà indicarci la strada migliore da seguire.
Consiglio a tutti di leggere i libri Matteo Righetto, non ve ne pentirete!
Scheda dell’editore
“”La terra promessa” ripercorre attraverso Jole, Sergio e i disperati italiani in viaggio verso “il Nuovo Mondo” l’odissea della speranza dei migranti di oggi: fame, malattie, violenza, ricatti, bambini che muoiono, perdita di punti di riferimento. […] Un viaggio che ricalca le migrazioni della speranza dei profughi di oggi e diventa narrazione contemporanea.” racconta la solitudine e l’amicizia, il cuore nero degli uomini e il calore dell’accoglienza e della comunità. Una scrittura pervasa di lirismo, autenticamente conscia di quanto la sopravvivenza e il destino dell’uomo siano intrecciati a quelli dell’ambiente.
Con questo romanzo inizia il futuro di Jole e Sergio, figli di Augusto e Agnese De Boer, coltivatori di tabacco a Nevada, in Val Brenta.
Vent’anni lei, dodici lui, dopo tante vicissitudini i due fratelli sono pronti ad affrontare la più grande delle sfide: lasciare la propria terra, che nulla ha più da offrire, per raggiungere il Nuovo mondo.
Un’avventura epica che ha in sé l’incanto e il terrore di tante prime volte: per la prima volta salgono sul treno che li porterà fino a Genova dove, vissuti da sempre tra i profili aspri delle montagne, vedranno il mare – immenso, spaventoso eppure familiare, amico, emblema di vita e speranza. Per la prima volta la Jole e Sergio sono soli di fronte al destino e lei sa che – presto o tardi – dovrà raccontare al fratello la sorte tragica toccata ai genitori.
Nella traversata che dura più di un mese, stesa su una brandina maleodorante, mentre la difterite dilaga a bordo e i cadaveri vengono gettati tra i flutti, la Jole sente ardere in sé la fiamma della speranza, alimentata dalla bellezza sconosciuta del mare e da un soffio di vento che di tanto in tanto torna a visitarla, e in cui lei è certa di riconoscere l’Anima della Frontiera, il respiro universale che il padre Augusto le ha insegnato a riconoscere.
Con la forza d’animo e la grazia che conosciamo, la Jole, con i boschi e le montagne di casa sempre nella mente e nel cuore, affronta esperienze estreme che la conducono, pur così giovane, a fare i conti con temi cruciali e di bruciante attualità – il senso di colpa di chi è costretto ad abbandonare la propria terra, il rapporto tra nostalgia e identità, l’importanza di coltivare pazienza e speranza per inventarsi il futuro e continuare a vivere.
Si conclude con questo romanzo la “Trilogia della Patria”, la saga della famiglia De Boer. Nel prendere congedo dai suoi personaggi, Matteo Righetto tocca il culmine della sua arte e ci racconta la solitudine e l’amicizia, il cuore nero degli uomini e il calore dell’accoglienza e della comunità. Una scrittura pervasa di lirismo, autenticamente conscia di quanto la sopravvivenza e il destino dell’uomo siano intrecciati a quelli dell’ambiente.
Alcune recensioni
“La terra promessa” ripercorre attraverso Jole, Sergio e i disperati italiani in viaggio verso “il Nuovo Mondo” l’odissea della speranza dei migranti di oggi: fame, malattie, violenza, ricatti, bambini che muoiono, perdita di punti di riferimento. […] Un viaggio che ricalca le migrazioni della speranza dei profughi di oggi e diventa narrazione contemporanea.”
Francesca Visentin, “Corriere del Trentino” 3 marzo 2019,
“La Jole è un lare, memoria incarnata e speranza, e in lei ci sta tutta la poetica di Righetto.”
Stefania Vitulli, “Il Giornale” 7 marzo 2019,
“Una saga che colpisce al cuore.”
“Il Venerdì” 15 marzo 2019,
“Nel prendere congedo dai suoi personaggi, Matteo Righetto tocca il culmine della sua arte e ci racconta la solitudine e l’amicizia, il cuore nero degli uomini e il calore dell’accoglienza e della comunità. Una scrittura pervasa di lirismo, autenticamente conscia di quanto la sopravvivenza e il destino dell’uomo siano intrecciati a quelli dell’ambiente.”
“L’Arena” 20 marzo 2019,
L’autore Matteo Righetto
Matteo Righetto è docente di Lettere e studioso di Letteratura Ambientale, vive tra Padova e Colle Santa Lucia (Dolomiti). Ha esordito con Savana Padana (TEA, 2012), seguito dal romanzo La pelle dell’orso (Guanda, 2013), da cui è stato tratto un film con Marco Paolini, e altri titoli di successo tra i quali Apri gli occhi (TEA, 2016, vincitore del Premio della Montagna Cortina d’Ampezzo) e Dove porta la neve (TEA, 2017). La terra promessa è il romanzo conclusivo della “Trilogia della Patria”, i cui primi due volumi, usciti per Mondadori, sono L’anima della frontiera (2017) e L’ultima patria (2018). La sua Trilogia è diventata un caso letterario internazionale con traduzioni in molti Paesi, tra cui Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada, Australia, Germania, Olanda.