di Vera Puoti, IoScrittore – Mauri Spagnol
Non lasciar cadere il cielo
di Vera Puoti, IoScrittore Mauri Spagnol
Recensione.
Ho appena terminato di leggere Non lasciar cadere il cielo e già mi manca!
Mi manca la saga della famiglia Da Silva e Dalbensi.
Mi manca il Brasile di inizio secolo, e le atmosfere nostrane di Napoli.
Mi manca Carlos, il capostipite, intelligente e colto. Irrequieto e affascinante, ma totalmente inaffidabile. Costretto a scappare per un grosso debito di gioco. Un fuggiasco in preda ai sensi di colpa per aver abbandonato la sua famiglia. Ma anche un uomo che ha saputo ricostruire da tanta distruzione un nuovo presente tra mille avventure nel luogo più impervio e difficile del Brasile, con l’unico scopo di riconquistare sua moglie, affidandole un amore intriso di assenza e ansioso di perdono.
Mi manca Agata, giovane moglie di Carlos, che ha attraversato l’Oceano per vivere il suo sogno d’amore, ormai infranto. Abbandonata da suo marito è costretta a prendersi cura da sola dei suoi figli. Forte e coraggiosa non ha mai smesso di amare Carlos, ha atteso il suo ritorno con una tenace dedizione. Un’attesa satura di rabbia violenta impiastricciata di dolore.
Mi mancano i figli di Carlos. Joao che ha scelto di seguire le orme di suo padre. Alexandre cresciuto in terra straniera, un uomo senza radici, un apolide senza altra storia che sé. Carmen, orfana di padre, divenuta donna e madre e nei ricordi solo un lontano abbraccio. Julio, figlio indio di Carlos, nato nelle profondità del Mato Grosso, da sempre in bilico tra due mondi.
Mi manca la famiglia Da Silva, lo zio Alonse, uomo buono e giusto, che si è preso cura di Agata e dei suoi figli. Insieme a suor Angela, zia Marzia, Esmeralda e mamai.
Mi manca la famiglia Dalbensi, e la Napoli degli anni venti.
Mi manca il Brasile nel pieno del suo sviluppo economico, bella e lussureggiante.
E in ultimo mi mancano tutte quelle voci che mi hanno raccontato un pezzo della lunga storia d’amore tra Carlos e Agata. Voci accoglienti, sincere, testimoni di un’epoca segnata da guerre e miseria.
Un romanzo corale sospeso tra due mondi animati dallo stesso fervore. L’amore è il protagonista assoluto, sopra ogni cosa. Agata non hai smesso di sperare di ricongiungersi con Carlos. Il suo sogno non si è spezzato di fronte alle difficoltà, alla lontananza, all’assenza, perché amare è anche questo, credere l’uno nell’altro nonostante tutto.
L’autrice si è liberamente ispirata ad una storia vera, colmando i vuoti storici e della memoria con la sua fantasia e affidando alla sua scrittura il resto. La prosa risulta piacevole, leggera, intrisa di emozioni vere e mai malinconica. Gli ingranaggi del racconto ben si sposano con una trama originale e ben congegnata.
Il risultato è una saga potente capace di scuotere il cuore e l’anima del lettore. Un’opera raffinata e invitante come poche.
È stato per me una bellissima sorpresa imbattermi in questa autrice, ma soprattutto in Non lasciar cadere il cielo, un incontro che porterò per sempre con me.
Scheda dell’editore
UN ROMANZO IN CUI SI INCROCIANO STORIE, LUOGHI, CULTURE E TRA AMORI, SEPARAZIONI E RICONGIUNGIMENTI, LE SCELTE ASSURDE DI UNA NOTTE SI RIPERCUOTONO A EFFETTO DOMINO SU PIÙ GENERAZIONI
La storia di una donna tra Napoli e Rio de Janeiro a cavallo di un’epoca crudele. Una saga familiare che ricorda La casa degli spiriti e Downton Abbey.
Sopportare ogni avversità, riempire ogni vuoto, annullare ogni distanza; afferrare la propria esistenza con dolce tenacia, senza farsi atterrire dagli strappi della vita e dalle vicende della Storia. Tanto può una donna quando ama.
Agata è stata rapita dagli occhi e dalla voce di Carlos, brillante diplomatico brasiliano di vent’anni più grande, nel sole di Napoli, durante gli anni fatui, appena prima della catastrofe della Grande Guerra. Accetta con entusiasmo di seguire quest’uomo avvenente e determinato a Rio de Janeiro, in un mondo lussureggiante e sensuale, per costruire una vita che non potrà che essere ricca e baciata dalla fortuna. Ma proprio con la fortuna Carlos ama troppo giocare; in una notte di gennaio, la bella casa, i giorni quieti e agiati precipitano in un vortice scuro e tutto si spezza.
Carlos ha perso, Carlos deve fuggire per non essere ucciso, per non mettere in pericolo la sua famiglia, portando con sé il figlio maggiore Joao. Nello spazio di una notte un destino si compie: Agata, con i due figli più piccoli, dovrà riannodare uno per uno i fili recisi della sua trama.
Sarà costretta ad attraversare, di nuovo e a ritroso, il grande oceano che aveva bagnato i suoi sogni e la sua speranza. Napoli tornerà a essere il suo mondo, dove crescere i figli rimasti e provare a dare un senso a quel vuoto così grande. Carlos e Joao verranno invece inghiottiti dalla grande foresta, il Mato Grosso, dove lo spirito del mondo è ancora primordiale. A cavallo di un’epoca crudele, foriera di guerre e terribili sofferenze, sospesa tra due mondi tanto lontani quanto simili per vitalità e ricchezza umana, una potente saga familiare, descritta e sorretta dal grande cuore di una donna.
Vera Puoti, nata a Napoli, laureata in lettere, è stata redattrice presso l’Istituto Geografico De Agostini. Pittrice (www.verapuoti.it), blogger (www.ilgiornochece.blogspot.com) e scrittrice (Cuoreparlando, raccolta di poesie e immagini digitali; qualche racconto, come Trincea per Famiglia Cristiana). Vive a Roma con il marito. Questo è il suo primo romanzo.
1 Commento
-
Conoscevo Vera come una brava pittrice e non mi sarei mai immaginato che la sua sensibilità d’artista potesse esprimersi con altrettanto talento nel campo letterario. La sua narrazione è scorrevole, rapida senza fronzoli contenuta in numerosi capitoli brevi, che si leggono facilmente nonostante che gli avvenimenti saltino da una sponda all’altra dell’Atlantico coinvolgendo due splendide città quali Rio de Janeiro e Napoli. Non so se il libro potrebbe definirsi un romanzo d’amore, ma ammetto che molti lettori potrebbero giudicarlo così, a me personalmente sono piaciuti altri aspetti del romanzo, che giudico molto positivamente anche se un po’ troppo maschilista.