di Daria Bignardi, Libri Mondadori
Oggi faccio azzurro
di Daria Bignardi, edizioni Libri Mondadori
Recensione
Daria Bignardi torna in libreria con Oggi faccio azzurro, edito da Libri Mondadori.
La conduttrice, giornalista e autrice Daria Bignardi, con Oggi faccio azzurro edito da Libri Mondadori, propone al suo vasto pubblico di lettori un racconto di vita, originale e frizzante. L’approccio a questo romanzo si discosta parecchio dalle sue precedenti pubblicazioni. L’autrice ha colto l’occasione per imbastire una trama che esula da ogni sorta di restrizione, dove è concesso lasciarsi andare e liberare la mente dalle convenzioni.
In questo contesto il dolore per la perdita di un compagno, e per il conseguente fallimento del matrimonio è visto e vissuto dal di dentro. La protagonista Galla, in onore dell’imperatrice Galla Placidia, è completamente immersa nel suo dolore, incapace di reagire passa le sue giornate accovacciata sul divano, fino a quando sente per la prima volta la Voce immaginaria di Gabriele Münter, comparsa improvvisamente proprio durante il suo primo viaggio da single.
La sua meta Monaco di Baviera, e proprio quando visita un museo dove è allestita la mostra della pittrice tedesca Gabriele Münter, compagna di Vasilij Kandinskij compare la Voce. Di fronte alle sue opere Galla si sente come ipnotizzata, catturata, e da quel momento la voce di Gabriele entra nella sua vita, tormentandola e raccontandole la sua lunga storia d’amore con Kandinskij, così simile a quella di Galla con il suo ormai ex marito.
Questa amicizia fuori dal comune consentirà a Galla di metabolizzare ed esteriorizzare il lutto della sua perdita. Una perdita immensa se rapportata al tempo speso insieme, oltre vent’anni, a coltivare e sostenere un rapporto d’amore in cui credeva e crede tuttora. Galla si vede costretta a rivolgersi ad una psicanalista per la sua evidente incapacità di lasciarsi alle spalle il passato. Il suo obiettivo è ricominciare, trovare uno scopo. Per questo motivo decide di aderire come volontaria ad un coro di detenuti in un carcere, ed insieme alla terapia e alla Voce di Gabriele e ad un’amicizia nata per caso con altri due pazienti dell’analista, Galla ritroverà la strada verso se stessa.
Oggi faccio azzurro scivola via velocemente, ma questo non deve trarre in inganno il lettore. La profondità del testo è racchiusa in ogni singola parola. Tre anni, tanto ha impiegato Daria Bignardi per scrivere questo testo. Il suo è un messaggio forte, di resilienza, di vita, di rinascita. Il passato non ci abbandonerà mai, il dolore svanirà con il tempo, e accettare i propri limiti è un dovere.
Per questo motivo Galla si prende carico anche del vissuto di Gabriele che ha amato alla follia Kandinskij, è stata la sua musa, la sua protettrice, la sua amante, la sua migliore amica. Eppure non è bastato, dopo ben quattordici anni l’ha abbandonata per una donna più giovane di lei e con, sicuramente, meno verve di lei. Grazie all’esperienza personale e “l’ironia tagliente” di Gabriele, Galla sarà finalmente pronta ad accogliere nuove occasioni e ad aprirsi a nuove amicizie. Per Galla è giunta l’ora di lasciarsi alle spalle il peso della colpa e accettare il dolore, perchè connaturato al nostro essere umani.
Raffinato, incantevole, introspettivo, emozionante, questo libro apre letteralmente l’anima in due. Mai triste, non melenso, ma pieno di vita, realistico e sfrontato e a tratti divertente, come la vita con i suoi alti e bassi. E solo un’autrice dal tocco gentile come Daria Bignardi poteva pensare e scrivere la storia di Galla, la storia di una di noi.
Il suo tratto leggero, rispettoso, è controbilanciato da una sottile ironia, perfetto per raccontare il cammino intrapreso da Galla per ritrovare la strada verso casa, e se stessa. Consiglio questa lettura perché c’è così tanto in questo libro, e non bastano delle semplici parole per descriverlo, è necessario immergersi tra le sue pagine. Raffinato ed elegante riempie gli occhi e il cuore del lettore.
Idea regalo per il Natale. Regalatevi e regalate, Oggi faccio azzurro di Daria Bignardi. Parola di Katja!
Scheda dell’editore
«Mi chiamo Gabriele, come l’arcangelo» aveva detto, «ma qui in Germania è un nome da donna. Il tuo invece che razza di nome è?»
Galla si chiama così in onore dell’imperatrice Galla Placidia: «Darmi quel nome è stato uno dei pochi gesti coraggiosi di mia madre». Da quando è stata lasciata dal marito, improvvisamente e senza spiegazioni, passa le giornate sul divano a fissare la magnolia grandiflora del cortile, fantasticando di buttarsi dal balcone per sfuggire a un dolore insopportabile di cui si attribuisce ogni colpa. Esce di casa solo per vedere la psicanalista Anna Del Fante o per andare in carcere. «Da quando Doug mi ha lasciata sto bene solo dentro. Canto con altre dieci volontarie in un coro di detenuti tossicodipendenti. Anche io devo disintossicarmi.»
Durante il primo viaggio da sola, a Monaco di Baviera, entra per caso in un museo dove è allestita la mostra della pittrice tedesca Gabriele Münter. Galla, che da ragazza studiava arte, ricorda solo che la Münter era nel gruppo del Cavaliere Azzurro con Vasilij Kandinskij. Ma quel giorno le sue opere «così piene di colore e prive di gioia» la ipnotizzano.
Da quel momento la voce di Gabriele entra nella vita di Galla: la tormenta, la prende in giro e intanto le racconta la sua lunga storia d’amore con Kandinskij, così simile a quella di Galla con Doug.
Mentre il dialogo tra le due si fa sempre più animato, la strada di Galla incrocia quella di altri due pazienti di Anna Del Fante: Bianca, un’adolescente che non riesce più ad andare a scuola, e Nicola, seduttore compulsivo e vittima di attacchi di panico. Le imprevedibili conseguenze di questo incontro potrebbero cambiare le vite di tutti e tre.
Una storia irresistibile – a tratti comica e a tratti struggente – che mescola leggerezza e profondità, grazia e tenerezza, esplorando il nostro rapporto con il dolore, che è poi il nostro rapporto con noi stessi.
L’autrice
Daria Bignardi ci ricorda: OGGI FACCIO AZZURRO è un modo di dire tedesco che viene dal Medioevo, quando gli artigiani un giorno alla settimana non lavoravano, e guardavano il cielo.
Daria Bignardi è nata a Ferrara e vive a Milano dal 1984. Nel 2009 ha pubblicato il memoir Non vi lascerò orfani (Mondadori), che ha vinto il premio Rapallo, il premio Elsa Morante, il premio Città di Padova. Sempre per Mondadori sono usciti i suoi romanzi Un karma pesante (2010), L’acustica perfetta (2012), L’amore che ti meriti (2014), Santa degli impossibili (2015) e Storia della mia ansia (2018), tradotti in molte lingue.