di Silvia Zucca, Nord
Il cielo dopo di noi
di Silvia Zucca, edito da Nord
Recensione
Ho accolto con molto piacere l’invito alla lettura della casa editrice Nord. “Il cielo dopo di noi” si è da subito rilevato un romanzo d’autore, invitante, accogliente, costruttivo.
Silvia Zucca ripercorre, attraverso i suoi protagonisti, una delle pagine più tristi della nostra “Storia”. Una parte importante della nostra memoria collettiva, che abbiamo il dovere, noi tutti, di non dimenticare; l’autrice per ottemperare a questo compito non semplice si è servita di personaggi di ieri e di oggi.
Il racconto, strutturato su diversi piani temporali e con più voci narranti, si inoltra nella Milano del 1944, Alberto e sua madre sono costretti a lasciare la città a causa dei continui bombardamenti, la loro meta è la campagna, lontani dalle incursioni aeree ma soprattutto lontano dagli invasori. Una volta giunti in paese Gemma, madre di Alberto e giovane ragazza madre, si rende subito conto che la piccola comunità è presidiata dai tedeschi.
Milano oggi. Miranda, figlia di Alberto, sta cercando suo padre. Alberto è scomparso all’improvviso, le sue condizioni di salute e l’età avanzata, l’hanno costretta a rivedere la sua famiglia, nonostante i loro rapporti si siano interrotti ormai da più di dieci anni. Miranda nutre un profondo rancore verso Alberto, e nonostante sia passato molto tempo non riesce ancora a perdonarlo.
Sua sorella, frutto del secondo matrimonio di suo padre, la prega di aiutarla nella ricerca; un tempo Miranda e suo padre erano molto legati, animati dalle stesse passioni, sempre in sintonia su tutto, e affidandosi quindi al suo intuito e ai suoi ricordi Miranda si mette sulle tracce di suo padre che la conducono in Piemonte, là dove Alberto si è rifugiato tanti anni prima con sua madre Gemma.
Cosa l’ha spinto a ritornare in quei luoghi? E perché ora?
Una volta giunta in questa piccola comunità Miranda ritrova Francesco, un incontro del tutto inaspettato, si sono conosciuti in città ad una festa e hanno condiviso la passione di una notte, ed ora quest’uomo, dai modi burberi ma dal cuore grande, la sta aiutando nelle ricerche.
Con l’aiuto di Francesco ben presto Miranda ritrova suo padre, schivo e chiuso in se stesso, Alberto è ossessionato dai suoi ricordi. Ricordi lontani che scorrono veloci tormentando la sua anima, mancano all’appello troppi tasselli alla sua stessa storia, i ricordi si confondono, sfuggono di mano, e si perdono nella nebbia.
Perché sua madre Gemma, a guerra finita, ha continuato a ritornare in questi luoghi? Perché ha elargito grosse somme ad alcune famiglie? Perché Alberto continua a sentire un peso sul cuore?
Sarà proprio Alberto bambino a raccontarci le vicende che lo hanno visto protagonista in prima persona. Un punto di vista dettagliato, descritto con gli occhi di un bambino, intelligente e acuto osservatore, costretto a vivere in tempo di guerra. Ricordi lontani che lo hanno profondamente segnato, legati al tenente Bonfanti, ai partigiani, a Philip, ai suoi amici d’infanzia, ad Anna, sua amica e complice, tutti con un sogno in comune, la libertà.
Sua madre Gemma lo ha protetto come ha potuto, si è assunta l’onere del dolore, si è caricata sulle spalle il peso della colpa. Una donna sola, in una situazione difficile, ha fatto delle scelte, forse sbagliate, ma dettate unicamente dall’amore.
Ora tocca a Miranda raccogliere quello che resta di una storia tragica, dolorosa che ha segnato la sua famiglia.
Tocca a lei ritrovare la serenità e guardare al futuro libera dal peso del rancore, perchè l’amore è e resta l’unica cura possibile per ritrovare la felicità accanto a chi si ama.
Un romanzo corale, intenso, scorrevole, da leggere tutto d’un fiato. I protagonisti e la trama, sono credibili e ben inseriti nel contesto storico, coerenti con la “Storia” e con il racconto. Ho molto apprezzato la distribuzione dei piani temporali, perché hanno sempre tenuto vivo il mio interesse.
“Il cielo dopo di noi” si è rivelato un buon romanzo d’autore, per molti aspetti inaspettato, e per questa ragione ne sono rimasta piacevolmente colpita. I miei complimenti all’autrice per aver deciso di raccontare questa storia in particolare, perché la lettura oltre che un piacere deve essere anche uno stimolo per migliorare, per riflettere su tematiche che anche se non ci toccano personalmente hanno molto da insegnarci.
Perché il cielo sopra di noi è lo stesso di settant’anni fa, è quindi facile commettere gli stessi errori, e noi tutti abbiamo il dovere affinché questo non accada mai più.
Scheda dell’editore
“Siamo come nuvole in tempesta. Seminiamo pioggia per ritrovare il sole.”
Milano, 1944. È l’alba. Finalmente il cielo è libero e silenzioso, ma i bombardamenti hanno ridotto la città a un cumulo di macerie. Gemma deve andarsene, deve proteggere suo figlio Alberto. Lo zio Giacinto abita in campagna. Lì, lei e Alberto saranno al sicuro, lontani dai tedeschi, lontani dalla guerra. Milano, oggi. Miranda guarda il cielo come se quella cupola grigia e triste possa darle le risposte che cerca. Perché suo padre è scomparso? Perché non ha lasciato nemmeno un biglietto? E se fosse successo qualcosa?
Forse il gesto del padre non è che l’ultimo passo di un distacco avvenuto tanto tempo prima – e cresciuto negli anni, tra incomprensioni e silenzi – eppure Miranda non può lasciarlo andare così. Allora ne segue le fragili tracce e arriva a Sant’Egidio dei Gelsi, dove il padre e la nonna si erano trasferiti nel 1944. E, sotto il cielo idilliaco della campagna piemontese, raccoglierà i frammenti di una storia solo apparentemente dimenticata; la storia di un ragazzino senza padre, costretto a crescere troppo in fretta, e di una donna obbligata a prendere una decisione terribile, che segnerà il destino della sua famiglia.
Una storia che la condurrà infine dal padre, ma che soprattutto le permetterà di capire come il futuro – il cielo dopo di noi – si rasserena solo se si ha il coraggio di cancellare le nubi del passato e di aprirsi all’amore.
Diventata un caso editoriale grazie al successo internazionale del suo romanzo d’esordio, nel Cielo dopo di noi Silvia Zucca racconta la fragilità della vita e la forza dei legami familiari, parlando delle donne di ieri e di oggi e dei segni che tutti noi lasciamo nel mondo e nel cuore delle persone, quelle che ci hanno preceduto e quelle che continueranno il nostro cammino.