di Valentina D’Urbano, Longanesi
Acquanera
di Valentina D’Urbano, edizioni Longanesi
Recensione
Un po ‘per caso un po’ per scelta ho deciso di leggere questo libro intitolato Acquanera di Valentina d’Urbano .
L’autrice in questione mi ha letteralmente conquistato con il suo bellissimo romanzo intitolato Isola di Neve .
La trama di Acquanera al contrario di Isola di Neve è di colore nero, si presenta al lettore con colori spettrali, foschi, vicenda segue un filo oscuro, surreale, tanto attraente da apparire reale .
Il genere di appartenenza rientra sicuramente tra i miei preferiti, quindi mio caro lettore , la mia sarà sicuramente una recensione di parte, conquistata ancor prima del libro scritto da questa autrice che amo e stimo a prescindere.
Le vicende sono ambientate in un piccolo paese di montagna, ed esattamente a Roccachiara, affacciate sulle sponde di un lago oscuro e traditore. Gli abitanti della piccola comunità, con il passare del tempo, hanno imparato a convivere con questa presenza ingombrante, antiche leggende narrano delle sue malefatte. E ancora oggi continua ad insinuarsi negli incubi notturni degli abitanti di Roccachiara, alimentando pensieri nefasti dell’intera comunità, chiusa e arretrata.
Questa è la storia di quattro donne. Elsa è la nonna, Onda, la mamma, Fortuna la figlia e Luce l’amica.
Quattro donne coraggiose, stesse radici e in parte lo stesso destino, e con il trascorrere del tempo al centro di una vicenda oscura che si apre con il ritrovamento di uno scheletro.
Ma iniziamo con ordine, tutto iniziò con Clara , la capostipite , la guaritrice e veggente che accolse Elsa sotto la sua ala protettrice nel momento più buio della sua vita. Tra le due si consolida nel tempo un legame indissolubile, perchè entrambe animate dalla stessa forza e dallo stesso destino.
Clara di primo acchito appare come una figura marginale nel romanzo, ma risulta fondamentale per includere prima e per districarsi poi tra le pieghe di un mestiere antico come il mondo, quello delle medie .
Elsa , orfana e sola al mondo è cresciuta in un orfanatrofio, arriva a Roccachiara adolescente e lavora presso una delle famiglie più abbienti del paese. Fin da subito manifesta delle strane visioni, sono i primi segni del suo potere, attraverso i quali riesce a presagire la morte di uno dei componenti della famiglia per cui lavora.
Questo primo episodio rappresenterà una lunga storia di donne che si avvicinano e si tramanderanno ciascuno un suo modo di fare una forza oscura, delle visioni e che le condanneranno sotto lo stesso destino, il male e il ripudio dei compagni.
Quattro figure tratteggiate in modo superbo, a cui Valentina d’Urbano ha dedicato pagine intense e profondamente introspettive. Figura che si assomigliano, complicata e in fuga da un dono che le ha emarginate condannandole alla solitudine.
Onda è sicuramente la figura più contorta, aggressiva, irraggiungibile, chiusa nel suo mondo tanto da isolarsi da tutto e da tutti gli acquisti di vivere ai margini della radura in una vecchia baracca di pescatori.
La sua è una scelta di vita precisa che Elsa, sua madre la fatica e l’accettazione di specie da quando è nata Fortuna, figlia di Onda . Fortuna è, a mio avviso, la protagonista indiscussa di questa storia, è lei una condurci nell’intricata vita delle sue ave.
Elsa ha sempre svolto il ruolo della nonna comprensiva, dolce, in pena per una situazione familiare senza via d’uscita.
Non si può imporre l’amore, non si può insegnare ad amare se non si sa cosa sia questo sentimento che ha bisogno di tempo per sedimentare, crescere. Elsa ci ha provato per tutta la vita e quella che ne ha pagata le conseguenze è stata la povera Fortuna, costretta a crescere tra gli amorevoli braccia di una nonna che ha cercato di proteggere e si è sostituita come una madre assente, incapace di controllare il suo ruolo.
A Fortuna e alle sue vicende sono dedicate ampie pagine, una bambina affamata d’affetto, rinchiusa nel suo isolamento osserva il suo piccolo mondo con uno sguardo lucido, in cerca della verità sulla sua storia familiare. Fino a quando non si confronta nella sua vita Luce .
Luce è una sua amica, l’alloggio è lo stesso amore e molte zone d’ombra . Un rapporto nato con fatica, affini e distanti si respingono cercandosi, fino a suggellare con il tempo un rapporto nato sulle forze del dolore della perdita. Anche Luce è condannata come Fortuna alla solitudine, un grave lutto ha segnato la sua famiglia e da quel momento nulla è stato come prima, da allora una strana presenza le grava addosso.
Fortuna ripercorre la zona d’ombra di entrambe, lo strano sentimento che le ha legato, il mestiere di Luce come aiutante becchino, la costante presenza della morte che fa da sfondo ai lunghi pomeriggi trascorsi nel piccolo cimitero di Roccachiara, una storia in crescendo che si aggiunge per trasformarsi in un racconto che spaventa e inquieta .
Ora è giunto il tempo della verità, Fortuna è tornata a Roccachiara, ha un bisogno impellente di sapere, conosci la verità su Luce sparita ormai da dieci anni, sul suo passato. Il ritrovamento dei poveri resti apre le porte ai molti interrogativi che hanno ossessionato tutto il paese, specie Onda che ha intuito una verità scomoda, uno strano presentimento che l’ha accompagnata per tutta la vita. La verità è sempre stata sempre lì a portata di mano in tutta la sua crudeltà, eppure…
Di Acquanera mi rimarrà sicuramente il suo lato oscuro, cupo, l’intensità delle protagoniste , impavide, aggrappate al dolore, nonostante siano temute, schernite e allontanate da una società legate alle superstizioni e tradizioni arcaiche; la vita e la morte sono e restano il nodo centrale, e l’immagine del lago evocata come elemento purificante , simbolo per eccellenza di passaggio alla vita eterna.
Un libro che semplicemente si ama o si odia, è necessario entrare in sintonia con le vicende, predisporre lo stato d’animo giusto. La morte è la vera e forse unica protagonista, presenza oscura che grava sulle vite di queste donne generazione dopo generazione. In contrapposizione alla vita che scalpita dietro gli occhi famelici di due bambine, due donne poi, che inseguono fino all’ultimo affare di una famiglia negata.
Valentina d’Urbano ha voluto sicuramente sottolineare la difficoltà di portarsi dentro il peso delle ferite, degli strappi, l’affetto mancato e il dolore di convivere con la certezza che spesso nulla può cambiare . Fortuna ha trascorso comunque la vita osservando gli altri, bramando una vita diversa più simile a quella delle sue società, idealizzando affetti e desideri e confondendo la vita e la morte in un tutt’uno. Ma qual è la verità? La verità è dentro di lei, è sempre stata lì. Una verità scomoda, ma necessaria per ricominciare.
Romanzo incentrato principalmente sul tema della solitudine, dell’emarginazione e del rifiuto. Valentina D’Urbano ha descritto in maniera egregia lo stato d’animo di chi subisce il rifiuto e lo scherno di un’intera società, ha messo in piazza le contraddizioni di chi si accorgono di non concedere una possibilità a chi è diverso o semplicemente se stesso .
Ma sono tanti i temi racchiusi in questo romanzo, e non potendo o volere elaborarli tutti Valentina d’Urbano ha scelto di concentrarsi solo su alcuni, ponendo ai parametri e esempio dell’assenza quasi totale degli uomini, solo semplice, o le presenze soprannaturali , senza approfondire il significato o meglio ancora il ruolo di queste anime perse, lasciare libero il lettore di interpretare il significato delle ombre lievi, impalpabili che ossessionano le nostre protagoniste.
Mi sarebbe piaciuto saperne di più, ma capisco che non è possibile per esigenze di narrazione dare spazio a tutti ea tutto.
Un mio avviso richiesto è l’epilogo , devozione tra i denti che ho trovato fuori luogo, nel senso, inaspettato e sdolcinato, non appropriato al romanzo. Una caduta di stile che ho lasciato un po ‘interdetta, il romanzo è già di per sé forte, per alcuni sarà sicuramente difficile immedesimarsi in una storia così surreale, quindi mi sarei aspettata una conclusione più consona alle vicende narrate, e non così frettolosa e superficiale.
Per il resto mi sento comunque di consigliare questo libro, con l’accortezza di leggere attentamente la trama e scegliere il momento giusto per confrontarsi con una storia così cupa, forte, dura come poche.
Scheda pubblicata
È un mattino di pioggia gelida, che cade di traverso e taglia la faccia, quello in cui Fortuna torna a casa. Sono passati dieci anni dall’ultima volta, ma Roccachiara è rimasto uguale a un tempo: un paesino abbarbicato alle montagne e un precipizio su un lago, le cui acque rispecchiano la luce del sole. Fortuna pensava di essere riuscito a scappare, di aver finalmente lasciato il passato alle spalle, spezzato i legami con ciò che resta della sua famiglia per rinascere a nuova vita, lontano. Ma nessun segreto può resistere all’erosione dell’acqua nera del lago.
A richiamarla a Roccachiara è un ritrovamento, nel profondo del bosco, che potrebbe spiegare l’improvvisa scomparsa della sua migliore amica, Luce. O forse, a costringerla a quel ritorno è la forza invisibile che, nonostante tutto e tutti, ha sempre unito la sua famiglia: tre esempi di donne tenaci e coraggiose, ognuna a suo modo. E forse, questa volta, è giunta l’ora che Fortuna dipani i segreti nascosti nella storia della sua famiglia. Forse è ora che capisca qual è la natura di quella forza invisibile, per riuscire a darle un nome. Sperando che si chiami amore.
L’autrice
Valentina D’Urbano è nata nel 1985 a Roma, dove vive e lavora come illustratrice per l’infanzia. Il suo romanzo d’esordio, Il rumore dei tuoi passi, è uscito nel 2012 presso Longanesi conquistando un pubblico sempre più numeroso e affezionato.
Per comunicare con l’autrice, entrare nella community dei suoi lettori, scoprire di più sui personaggi e gli ambienti dei suoi romanzi e accedere a contenuti extra gratuiti, visitare la sua pagina facebook: Valentina D’Urbano Autrice
PREMI E RICONOSCIMENTI :
Il rumore dei tuoi passi
Romanzo Vincitore del torneo IoScrittore I ° edizione
Premio città di penne opera prima
Finalista Premio Kihlgren
Finalista Premio Zocca Giovani
Premio città di Cuneo – sezione scuole