di Donato Carrisi, Longanesi
La casa delle voci
di Donato Carrisi, edizioni Longanesi
Recensione
“Per un bambino la famiglia è il posto più sicuro della terra. Oppure, il più pericoloso.”
Donato Carrisi ritorna in classifica tra le novità di quest’anno con un thriller enigmatico e nel contempo profondamente umano.
In “La casa delle voci” l’approccio narrativo è più confidenziale, attento, una contraddizione in termini se si pensa al romanzo e al genere di appartenenza. La trama si sviluppa intorno ad un tema abbastanza delicato e scottante, cioè l’infanzia e i traumi subiti durante questo periodo della vita così importante, decisivo dal punto di vista psicologico per il raggiungimento dell’equilibrio mentale ed emotivo di un individuo.
Pietro Gerber e Hanna Hall sostengono i ruoli principali, le loro voci si alternano, si accavallano, si intrecciano andando a ritroso nel tempo in un passato scarnificato e pieno di incognite.
Pietro è uno psicologo e Hanna la sua paziente, una paziente particolare, è convinta di aver ucciso il suo fratellino Ado quando era ancora una bambina. A Pietro spetta il compito di scavare in una psiche corrotta, fragile e a tratti invalicabile.
Ma è possibile scegliere di dimenticare qualcosa?
La psiche per sopravvivere ad un trauma nega con tutte le sue forze quel pesante fardello con l’unico scopo di andare avanti. Pietro chiarisce ad Hanna tutti i retroscena di una mente sottoposta ad un violento trauma, corpo e mente reagiscono creando una barriera per puro istinto di sopravvivenza. Ma Hanna è un caso atipico e la terapia non dà i frutti sperati, allora Pietro decide di usare un approccio diverso e come terapista cerca di far emergere la bambina che è in lei, perché ai bambini piace essere ascoltati, inoltre si fidano di lui, questo è il suo lavoro e questa è anche la sua specialità.
Deve rivolgersi a questo punto alla bambina che alberga in Hanna, lei è la chiave dei suoi traumi e la causa del suo malessere. Fin dalle prime sedute Pietro è pervaso da una strana sensazione, percepisce una forte affinità con la paziente. Le sue risposte spesso lo disarmano, lo mettono in difficoltà perché Hanno gli manda inquietanti messaggi in codice e il suo disagio diventa palpabile come se lei fosse in grado di leggergli dentro. Seduta dopo seduta emergono frammenti di una storia a tratti surreale, a tratti tenera, Pietro non sa cosa pensare. E’ tutto frutto della sua immaginazione o c’è un fondo di verità?
E che legame intercorre tra Hanna e Pietro?
Fra paziente e terapista dovrebbe esistere una distanza invalicabile, una barriera invisibile e se uno dei due supera il confine avviene una contaminazione e la terapia è irrimediabilmente compromessa. Perché Pietro si sente emotivamente e personalmente coinvolto? Non è più convinto di essere sufficientemente obiettivo, forse Hanna cerca solo qualcuno che l’ascolti, che condivida con lei il sospetto di essere un’assassina, per assumersi la responsabilità di un fatto accaduto in un lontano passato.
Troppi tasselli mancano all’appello, è necessario fare delle ricerche su campo e Pietro si prende l’onere di verificare la veridicità di alcuni eventi del passato di Hanna. Questo lo porterà a fare delle scoperte sconvolgenti e a chiedersi quale sia il ruolo di Hanna in questa storia e del perché del suo coinvolgimento.
Ora più che mai Pietro deve concentrarsi sulla bambina che Hanna si è lasciata dietro, solo lei sarà in grado di riconoscere le voci che abitano la sua mente. Vuole dimostrarle a tutti i costi che i suoi demoni non esistono e non esistono neanche forze oscure che secondo lei si muovono intorno a noi.
Ben presto la situazione sfugge di mano e Pietro è sempre più combattuto, frustrato, i ricordi della sua infanzia si insinuano nella terapia, prendono il sopravvento e si confondono con quelli di Hanna. Prova emozioni contrastanti e tutte le sue convinzioni vacillano di fronte a fatti reali dove è chiamato direttamente in causa. Strane congetture lo costringono ad allontanarsi da tutto e tutti, almeno fino a quando non avrà trovato il bandolo della matassa.
Hanna lo sta trascinando nel suo delirio e sta mettendo a dura prova la sua razionalità, gli è entrata dentro e solo la verità dei fatti potrà liberarlo dalle catene che lo legano alla sua paziente, perché Hanna è convinta di essere lì per salvarlo.
Deve portare a termine il suo compito, a questo punto è di vitale importanza per salvaguardare la sua salute e quella della sua paziente e non solo, troppi segreti reclamano di essere svelati. Si può quantificare il danno delle verità taciute? Quanto pesa una rivelazione in punto di morte?
In alcuni momenti della vita si compiono inevitabilmente delle scelte che condizioneranno le vite altrui, scelte dettate dal senso di colpa o dal troppo amore, e Pietro e Hanna hanno fatto la peggiore delle scoperte, i genitori non sono infallibili e chiamano amore ogni forma di egoismo. E per sanare le ferite dell’infanzia è necessario soffiare via il dolore del bambino che alberga in noi.
Donato Carrisi come di consueto non delude il suo vasto pubblico di lettori. Le vicende dei due protagonisti sono magnetiche, impossibile abbandonare la lettura neanche per un attimo. La tensione narrativa è curata e sapientemente dosata, l’interesse del lettore non vacilla mai, anzi è animata da un filo conduttore sottile, intelligente, ma soprattutto intrigante. E come ogni libro di Carrisi, resta sempre un qualcosa di non detto, domande senza risposte che lasciano interdetti, quella leggera inquietudine controbilanciata dalla consapevolezza di essere stati sfidati a trovare da soli la risposta.
Sicuramente un libro diverso dai soliti, l’autore ha messo da parte per un attimo la sua vena più tagliente e le atmosfere da cardiopalma, per focalizzare l’attenzione sugli aspetti psicologici del protagonista. Sappiamo che Carrisi è un maestro nell’ideare thriller sempre più avvincenti e la sua scrittura va di pari passo con la sua immaginazione, semplice ma molto incisiva.
E in La casa delle voci la prosa e i ritmi narrativi sono il frutto del suo innato talento di narratore. Nel complesso un libro convincente, mi sento di consigliarlo a tutti, anche a chi di rado si accosta a questo genere. Non vi deluderà! Parola di Katja.
Scheda dell’editore
“Carrisi ridefinisce qui lo statuto del thriller psicologico: porta il male e la paura un gradino più in là, fa un passo dentro il buio profondo dell’animo umano”.
Severino Colombo, Corriere della Sera
Gli estranei sono il pericolo. Fidati soltanto di mamma e papà.
Pietro Gerber non è uno psicologo come gli altri. La sua specializzazione è l’ipnosi e i suoi pazienti hanno una cosa in comune: sono bambini. Spesso protagonisti di eventi drammatici o in possesso di informazioni importanti sepolte nella loro fragile memoria, di cui la polizia si serve per le indagini.
Pietro è il migliore di tutta Firenze, dove è conosciuto come l’addormentatore di bambini.
Ma quando riceve una telefonata dall’altro capo del mondo da parte di una collega australiana che gli raccomanda una paziente, Pietro reagisce con perplessità e diffidenza. Perché Hanna Hall è un’adulta.
Hanna è tormentata da un ricordo vivido, ma che potrebbe non essere reale: un omicidio. E per capire se quel frammento di memoria corrisponde alla verità o è un’illusione, ha un disperato bisogno di Pietro Gerber.
Hanna è un’adulta oggi, ma quel ricordo risale alla sua infanzia. E Pietro dovrà aiutarla a far riemergere la bambina che è ancora dentro di lei. Una bambina dai molti nomi, tenuta sempre lontana dagli estranei e che, con la sua famiglia, viveva felice in un luogo incantato: la «casa delle voci».
Quella bambina, a dieci anni, ha assistito a un omicidio.
O forse non ha semplicemente visto.
Forse l’assassina è proprio lei.
Donato Carrisi è nato nel 1973 a Martina Franca e vive a Roma. Dopo aver studiato giurisprudenza, si è specializzato in criminologia e scienza del comportamento. È regista oltre che sceneggiatore di serie televisive e per il cinema. È una firma del Corriere della Sera ed è l’autore dei romanzi bestseller internazionali (tutti pubblicati da Longanesi) Il suggeritore, Il tribunale delle anime, La donna dei fiori di carta, L’ipotesi del male, Il cacciatore del buio, Il maestro delle ombre, L’uomo del labirinto, La ragazza nella nebbia, dal quale ha tratto il film omonimo con cui ha vinto il David di Donatello per il miglior regista esordiente, Il gioco del suggeritore. In uscita nell’autunno 2019 il film diretto da Donato Carrisi e tratto da L’uomo del labirinto.