di Elena Rausa, Neri Pozza
Ognuno riconosce i suoi, Elena Rausa
Edizioni Neri Pozza
Recensione.
“Ognuno riconosce i suoi” di Elena Rausa ha messo a dura prova le mie emozioni.
Il lungo percorso narrativo, strutturato su diversi piani temporali, mi ha introdotto nelle intricate e fragili dinamiche di una famiglia costretta a vivere il momento più drammatico della sua vita.
Caterina, principale voce narrante, si prende carico di questo dolore. Il suo è un dolore inconsolabile, perché Michele ha da sempre rappresentato la sua infanzia, tutti i suoi ricordi sono legati indissolubilmente a suo cugino, suo fratello nel cuore, ed ora la sua vita è in bilico tra la vita e la morte.
Caterina, per non perdere il filo sottile che li unisce, raccoglie in un quaderno tutti i loro ricordi, la loro storia, perchè tutta la famiglia ha influenzato con le sue scelte la vita di Michele.
Un bambino con un destino segnato, rifiutato e amato, desiderato e abbandonato, il suo è stato un percorso difficile, pieno di insidie, l’amore di Teresa a volte non è bastato per colmare il suo bisogno di attenzione, e l’affetto di Caterina, amica, sorella e complice, non sempre è stato sufficiente per placare la sua anima tormentata.
Li lega l’infanzia, un affetto sincero e una complicità fraterna. Il destino li ha separati e li ha fatti rincontrare, ma non sono più gli stessi di un tempo; i loro giochi rappresentano ormai solo lontani ricordi, Michele è cambiato, diverso, ferito.
È tornato ma non è presente, il suo è un grido d’aiuto muto, stampato nei suoi gesti, nella sua ribellione e Caterina si rammarica di non aver fatto abbastanza, e per questo motivo il senso di colpa l’attanaglia. È decisa a tutto per riportarlo a casa e ricominciare, anche se molto è stato perduto per sempre, e tutti sono inevitabilmente cambiati.
Ma qual è la sua storia?
Caterina decide di imbarcarsi in questa impresa dolorosa, si sta facendo carico dei ricordi, delle separazioni e delle mancanze, perché Michele ha la necessità e il diritto di conoscere la sua storia e quando si risveglierà sarà finalmente lì ad attenderlo. Ma questo non è un viaggio a senso unico, Caterina ripercorrendo a ritroso gli avvenimenti che hanno segnato la sua famiglia comprende che anche lei ha la necessità di conoscere tutti i retroscena, lo deve a Michele ma forse più a se stessa. Troppe sono le lacune e i silenzi che hanno segnato i suoi passi.
Il viaggio inizia al capezzale di Michele, Caterina attende il suo risveglio, ma più di tutto il suo ritorno, e nel mentre raccoglie frammenti di vita, quella dei suoi genitori Teresa e Sandro, di sua zia Anna, del suo amato zio Nicola, dei suoi nonni e di un’intera generazione di giovani in lotta per rivendicare un mondo migliore.
Gli anni di piombo, anni duri che hanno stravolto l’assetto sociale e politico di quel periodo. La lotta armata e gli attentati non hanno prodotto gli esiti sperati, agognati da chi ha rinunciato nel mentre a tutto, in primis agli affetti più cari e poi alla libertà, costretti a pagare per un sogno di giustizia mai realizzato.
Vicende complesse che partono da lontano, dalla Puglia, la terra d’origine dei suoi genitori e che li ha riaccolti, riabbracciati nel momento più difficile della loro vita. Caterina è in attesa del suo primo figlio e sente di dover riappropriarsi del passato, lo deve a se stessa e alla ceratura che porta in grembo.
Michele ha da sempre rappresentato il loro centro, l’amore che li univa. Il suo incidente li ha posti di fronte al dolore, li ha denudati, resi vulnerabili e Caterina andando a ritroso nel tempo comprende finalmente tutte le scelte che hanno segnato l’animo tormentato di Michele, il suo carattere e il suo mal di vivere, e una sconvolgente verità, celata per amore e per troppo tempo, segnerà per tutti loro un nuovo inizio da cui ripartire.
Con uno stile pulito, elegante, Elena Rausa ci conduce nelle vite dei protagonisti con tatto, estrapolando il loro lato più intimo e segreto. Non c’è condanna o retorica nella sua prosa, solo il bisogno impellente di raccontare una storia che ha segnato anche il nostro Paese.
Caterina sente su di sé il peso dei racconti, ne assorbe ogni goccia con avidità, e questo suo stato emotivo è trasmesso al lettore con estrema dolcezza, senza clamore o colpi di scena, in un’atmosfera soft ma molto intensa. L’autrice si è dimostrata una vera maestra in questo campo, perché raccontare di infanzie negate, di separazioni e perdite, del peso dei sensi di colpa e delle infinite pieghe dei sentimenti non è mai semplice o scontato.
Dopo aver letto questo romanzo si comprende il vero senso del concetto di famiglia, mai perfetta, sempre in bilico tra affetti e rancori, e in balìa degli errori e degli amori, ma unita nella tragedia e in grado di risorgere per le nuove generazioni.
Un romanzo “forte”, si spessore, che ha saputo raccontare la fragilità dell’anima, la tenerezza dei sentimenti e il peso della separazione, senza falsi moralismi ma con il cuore.
Scheda dell’editore
IL LIBRO – Milano, anni Novanta. Caterina è una giovane universitaria iscritta alla facoltà di Storia. Il cugino Michele, che ha vissuto nella sua famiglia fino all’età di 9 anni, è in coma. Spinta dal desiderio di raccontargli gli anni che si è perso da quando è andato a vivere col padre, e di mettere insieme le «tessere di memoria» della sua famiglia, Caterina tiene un diario, in cui si rivolge direttamente a Michele, svelando, pagina dopo pagina, la storia della loro famiglia.
In questa indagine famigliare, i genitori Teresa e Sandro sono i primi a essere interrogati, e a rispondere in maniera evasiva. Si va a ritroso nel tempo, si arriva all’infanzia di Teresa, nella campagna leccese, e al rapporto tra i suoi genitori e con il fratello Nicola. La sorella di Sandro, Anna, è una ragazza problematica. Di lei in famiglia non si parla mai, poiché ha militato nelle frange della lotta armata ed è andata spesso in carcere con l’accusa di terrorismo.
La sua storia affascina molto Caterina, che non si stanca di informarsi di lei presso amici o conoscenti, come la professoressa Visser, che è stata compagna di cella di Anna, prima che quest’ultima si togliesse la vita in carcere. Un gesto compiuto solo dopo aver scritto una lunga lettera in cui ha rivelato il suo più grande segreto…
L’autrice
Elena Rausa è nata a Milano e attualmente vive in Brianza. Ha tre figlie. Dopo la laurea in Lettere presso l’Università Cattolica di Milano, ha conseguito un dottorato di ricerca in Italianistica-Filologia umanistica. Oggi è docente di lettere al liceo scientifico. Con Neri Pozza ha pubblicato Marta nella corrente (2014)